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05 Apr
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Intervista all'autore - Manuel Gioiosa -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
L'approccio narrativo concede il via libera al proprio sé, isolandolo dal contesto amorfo della società di massa, per conferirgli gli sviluppi esclusivi della propria identità.
Dentro un regno dalla marcata oscurità, la scrittura quella creativa soprattutto, fugge dai lassismi ortodossi per trasmettere il frutto dell'agognata libertà.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Dentro ogni prodotto dell'ingegno alberga inesorabile una parte di sé. I propri mondi mentali hanno una valenza condizionante e così la lunga e tormentata stesura del libro ha inevitabilmente e fatalmente assorbito parte dell'energia vitale dell'autore. La sua vita reale però, purtroppo o per fortuna, ne è per lo più rimasta estranea.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Una lunga traversata riassuntiva di un lunghissimo percorso Universitario identificato da ambizioni, illusioni e sogni.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
L'opera recava già in nuce un proto titolo; i copiosi rinvii tuttavia lo hanno sempre marginalizzato in un cassetto. Il suggello ultimo è emerso semi automaticamente, rimescolando la moltitudine degli argomenti trattati dentro una sintesi che li racchiudesse tutti.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Il giorno del giudizio di Salvatore Satta, perché dentro la visione cupa e metafisica dell'autore, racchiude in sé un ineguagliabile totalitarismo narrativo. Una febbre visionaria inizialmente muove ed ispira le storie surreali ed al tempo stesso feroci, per poi raccontare le vie maestre dell'identità prima negata, poi ritrovata.
E così, sospeso nel momento innaturale e veggente del giudizio, attraverso un'intensità violenta ed una disperata dolcezza, per la prima volta un intero mondo parla e si inabissa direttamente nello struggimento interiore di chi lo ha vissuto.
 
Ebook o cartaceo?
Tradizionalmente per il cartaceo.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
L'identità di scrittore non mi è mai appartenuta prima della stesura della tesi di laurea, vero e proprio fattore scatenante del susseguente estro narrativo. Nel prosieguo, ambizioni, proposizioni e parziali identificazioni mi candidarono come possibile araldo del Diritto.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
La sua genealogia è stata etero diretta, risalendo all'alba della carriera accademica. Aneddoti significativi non ce ne sono, anche perché contrariamente ai programmi iniziali, la sua pubblicazione è avvenuta in due fasi distinte.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una progressiva gestazione le cui premesse remote partono da un indefinito foglio bianco.
Per chi non può permettersi prole, una compiaciuta forma di narcisistica autogenesi.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Il mio maestro in accademia di tanto tempo fa.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Una dimensione nuova diretta al rafforzamento della potenza verbale.

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