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BookSprint Edizioni Blog

30 Mar
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Intervista all'autore - Laura Cruciatti -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata e cresciuta a Roma in una famiglia di ceto medio, padre impiegato e madre casalinga. Mi sono stati trasmessi valori fondamentali come il rispetto degli altri e l'empatia.
Inoltre sono maturata in un periodo storico piuttosto movimentato. Parlo degli anni '70/80, durante i quali ho assorbito parte delle rivendicazioni sociali dei movimenti studenteschi, come la parità di diritti, la libertà di scelta della propria sessualità, il desiderio di essere stimati per ciò che si è e non per ciò che si ha.
 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Il miglior libro per un adolescente dovrebbe essere impregnato di speranza e di sentimento. Non saprei indicare un autore o un testo specifici, ma credo che qualsiasi lettura nella fase adolescenziale sia una spinta verso la maturità mentale ed emotiva. Leggere aiuta a crescere.
Un classico che adoro e che nessuno dovrebbe ignorare è 'I promessi sposi' anche se neppure nelle scuole viene più apprezzato come un tempo. Per sognare un po', rimanendo nei classici, le fiabe di Oscar Wilde. Sono molto più adatte agli adulti che ai bambini!
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Il libro cartaceo è un po' come una scultura. Ha una fisicità, un odore, dà sensazioni tattili e innesca il piacere di dedicarsi un momento di pausa dalla vita frenetica di ogni giorno. Leggere un libro è un rituale.
L'eBook è come una fotografia digitale. Puoi leggere le pagine da un supporto tecnologico, puoi sfogliarlo, puoi portarlo con te, ma ... il rapporto resta freddo, distaccato, il lettore e il libro restano due estranei, non si fondono in sensazioni ed emozioni. Magari sbaglio, ma preferisco leggere un libro stampato, anche se devo ammettere che l'eB00k costa meno, è più facile ottenerlo on line, e forse ha il pregio di non occupare spazio su una polverosa libreria!
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura per me è stata un amore progressivo, ma travolgente, iniziato nell'infanzia e alimentato a poco a poco dalle mie esperienze. Non sono una persona "ponderata", nel senso che ho sempre scritto di getto, subendo il colpo di fulmine di un’idea e poi lavorandoci sopra per farla crescere.
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Ho conosciuto, quando ero molto giovane, persone che avevano un'anima che non andava d'accordo con il corpo. Per essere più esplicita ho frequentato il mondo dei "diversi". Ho recepito tutta l'angoscia e la sofferenza che derivavano dalla loro impossibilità di farsi accettare, dalla paura di essere esclusi, derisi, addirittura aggrediti. Il senso di colpa per non riuscire ad essere "normali", il dolore nel sentirsi giudicati, la loro sensibilità così intensa proprio perché forgiata da una profonda solitudine, mi hanno suggerito di parlare di quel mondo di sentimenti, frustrazioni e desideri a cui non viene data voce.
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il mio lettore ideale è aperto e sensibile, si fa coinvolgere, partecipa con le proprie emozioni a quelle dei personaggi. Il messaggio fondamentale è che l'amore non ha limiti, non ha sesso, non ha ragionevolezza, non ha età. I sentimenti sono la parte fondamentale e determinante nella vita di ognuno di noi, quindi qualsiasi barriera, qualsiasi giudizio, qualsiasi limite vengano posti al sentimento primario che ci fa venire al mondo e poi sopravvivere, sono da considerare un delitto contro l'umanità. L'amore è l'amore. Ovunque e comunque nasca.
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccola o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Era un sogno nel cassetto. Anzi, è una raccolta di sogni nel cassetto! Scrivo ogni volta che posso, ho sempre riservato uno spazio alla scrittura. Pubblicare un libro invece è stato un atto di spavalderia! Il mio primo libro "Le piume dell'angelo" mi ha 'sbloccata' e ho 'preso coscienza' che magari quello che scrivo possa piacere a chi legge, viste le critiche positive che ho ricevuto. Non mi ferma più nessuno!
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Quando ho scritto il secondo racconto che fa parte della trilogia, quello che si intitola "L'amica", mi sono ispirata ad una scena a cui avevo assistito in un ristorante. C'erano due donne sedute ad un tavolo, si tenevano la mano e parlavano fitto, occhi negli occhi. Era evidente che una consolava l'altra e che erano molto coinvolte affettivamente. Ho provato un'intensa tenerezza per quelle due donne e una sorta di ammirazione per l'evidente amore che le legava. Quella sensazione la porto ancora dentro con grande piacere.
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Penso sempre tra me "questa volta non ne verrò a capo"! Ho sempre un po'di timore di non trovare la conclusione giusta, il finale soddisfacente. Ma sono anche molto ostinata, quindi porto comunque a termine tutti i romanzi che scrivo, anche se qualche finale non è proprio perfetto come vorrei. Nel caso specifico di questo libro invece tutti e tre i finali erano già delineati nella mia mente prima di che diventassero scrittura. Non solo, per il terzo racconto intitolato "La vittima" ho scritto anche un seguito ...
Come ho detto ... non mi ferma più nessuno!
 
Il suo autore del passato preferito?
Mi piaceva molto Pirandello. Ma ho amato anche Oscar Wilde e E.A. Poe. Ho letto con piacere Verga e Thomas Mann. Non riesco a limitare il mio amore ad un solo autore. Ritengo che la passione per la lettura sia l'emblema del "libero amore", nel senso che si può amare appassionatamente più di uno scrittore e più di uno stile o di un soggetto.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro ha per me un valore di "abbattimento delle barriere" nel senso che mette in condizione di godere di un testo scritto anche chi non può accedere alla lettura diretta. Penso alle persone non vedenti, ai disabili che non possono tenere in mano un libro, a chi passa la vita seduto in macchina o su un camion, a quegli anziani che si sentono soli e che con una voce che li guida trascorrono del tempo in un altro mondo, dove possono ancora sognare.

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