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BookSprint Edizioni Blog

01 Mar
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Intervista all'autore - Vincenzo Muratore -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono "figlio" del dopoguerra, il terzo di sette figli, e ho vissuto la mia fanciullezza proprio negli anni più tristi della realtà economica, sociale e culturale della Calabria.
Pensando alle gravissime realtà di quel tempo, ho sempre davanti agli occhi, anche attraverso una fotografia che conservo con cura, l'immagine di ragazzo, compagno di classe alle elementari, che veniva a scuola a piedi nudi, magro e pallido, in ogni periodo dell'anno scolastico.
Mentre nel Nord-Italia si verificava il boom economico, in una Calabria emarginata e intristita emergevano vistose e preoccupanti realtà economiche e sociali che trovavano sbocco nella forzata necessità di emigrare, alla ricerca di un lavoro.
Mio padre allora faceva il carradore, costruiva carri tirati dai buoi e calessi tirati da cavalli; con l'avvento dei moderni mezzi meccanici di trasporto, con 7 figli a carico, si venne a trovare senza lavoro, e anche egli dovette emigrare, ma all'interno della stessa Calabria, e precisamente nel crotonese, cioè nella zona più povera della Calabria, dove a seguito della Riforma Agraria ancora continuavano ad esistere antichi mezzi di trasporto tirati dai cavalli. Tramontata anche questa realtà, egli si dovette adattare ad altri mestieri (piccolo commerciate di legname, angurie, meloni e pomodori).
Io e i miei fratelli più grandi davamo il nostro contributo lavorativo e ciò mi garantì la possibilità di diplomarmi, laurearmi, abilitarmi in Materie Letterarie, incominciare ad insegnare, vincere il concorso a cattedra nazionale per la stessa disciplina, vincere il concorso nazionale per Preside.
Da insegnante ho girato per buona parte della Calabria, dalla Sila alla costa jonica, e quindi ho avuto modo di conoscere le varie realtà della gente della mia regione. Ho condiviso, fino a quando è stato possibile, la mia crescita culturale e sociale con il fraterno amico Giuseppe Valarioti, il giovane insegnante e segretario del PCI di Rosarno assassinato dalla mafia, e fu che parlando con lui decisi di scrivere per "Il Giornale di Calabria", strada poi necessariamente
abbandonata nel 1989, quando a seguito di concorso nazionale ho incominciato a svolgere la funzione di dirigente scolastico. Da allora intrapresi l'attività di scrittore, ho già pubblicato diverse mie opere, e ancora oggi, da pensionato, mi pace sempre scrivere, sempre interessato soprattutto alle anomalie politiche, sociali e culturali della regione Calabria, e ai bisogni della sua gente.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Quando svolgevo l'attività di docente e di dirigente scolastico mi dedicavo alla scrittura soltanto durante le vacanze estive, le varie festività dell'anno e il fine settimana. Da quando sono in pensione non ho momenti precisi per dedicarmi alla scrittura. Scrivo quando sto meglio con me stesso, quando sono interessato da alcune tematiche, quando sono ispirato dalla necessità di soffermarmi su argomenti che interessano il disagio e le sofferenze economiche, culturali e sociali della gente di Calabria, quando in me esplode il disappunto per qualcosa che non condivido.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho un autore contemporaneo preferito. Non amo il fantastico, ma il realismo, e pertanto sono vicino agli scrittori che sanno osservare, interpretare, valutare ed esprimere obiettive osservazioni e considerazioni sul mondo che ci circonda, sui giovani e le loro aspettative, sulla violenza contro le donne, sull'emigrazione, sulle diverse realtà negative della Calabria, sull'eterna stagnazione del dualismo Nord-Sud, sulle perenni difficoltà della politica nella necessaria rimozione di antichi condizionamenti economici, sociali e culturali, come disoccupazione, povertà, dispersione scolastica, emarginazione, assenza di diritti.
 
Perché è nata la sua opera?
Per dare unità e visibilità ai tantissimi problemi economici, politici, culturali e sociali presentati dalla Calabria, la regione più bella d'Italia, che purtroppo, ancora oggi, continua a presentarsi come un "Sud nel Sud".
Per far comprendere che un Sud gravemente sottosviluppato e una Calabria considerata la cenerentola delle regioni impediscono all'Italia di assomigliare alla Germania.
Per far comprendere che questa regione per crescere deve valorizzare le tantissime eccellenze possedute, e nello stesso tempo abbandonare la cultura del lamento e della rassegnazione.
Per far comprendere che è assolutamente necessaria una classe politica diversa, responsabile, capace, propositiva, in grado di promuovere crescita e sviluppo, anche attraverso la lotta a criminalità, corruzione, caporalato e clientelismo.
Per impedire ai giovani di fuggire dalla propria terra e far ritornare quelli che sono andati via.
Per far comprendere che per il rilancio della Calabria sono necessarie risorse finanziarie da utilizzare nell'interesse di tutti, nei settori strategici come innovazione, tecnologia, occupazione, turismo, sanità, trasporti, infrastrutture, artigianato, legalità, cultura, ambiente, eccellenze, agricoltura e turismo.
Per far comprendere che occorre porre fine a egoismi politici, ritardi, polemiche, dispersione di risorse finanziarie, disuguaglianze, disoccupazione, povertà, impoverimento demografico, ruberie, illegalità, mancata valorizzazione delle eccellenze-potenzialità offerte dai vari territori.
Per far comprendere che la politica governativa, invece di pensare alla diversa autonomia delle regioni, deve investire più risorse nel Sud, soprattutto in Calabria, perché solo così si potrà garantire un crescita più giusta dell'intera Italia, e nello stesso tempo si potrà porre fine all'esistenza di una rinnovata questione meridionale, per favorire il necessario processo di convergenza tra Mezzogiorno e Centro-Nord.
Per far comprendere che quella calabrese, a causa di ritardi e vuote strategie politiche, è l'unica regione d'Italia che non cresce.
Per far comprendere che la Calabria può vivere di turismo non soltanto nei pochi mesi estivi, ma in ogni periodo dell'anno, in quanto ha un eccellente e abbondante patrimonio turistico per "fare soldi".
Per far comprendere che è assolutamente necessario rendere il Porto di Gioia Tauro elemento propulsore di sviluppo economico-sociale dell'intera regione attraverso un'adeguata valorizzazione delle vastissime aree retroportuali che arrivano fino a Rosarno.
Per far comprendere che la proposta del Ponte sullo Stretto di Messina, come dicono i calabresi, "non porta pani", cioè non promuove sviluppo; è soltanto un'illusione nemica della realtà economica e sociale della Calabria. Con la costruzione del Ponte la regione sarà soltanto terra di passaggio veloce verso la Sicilia. La Calabria per crescere ha bisogno di altro, ma c'è chi si ostina a non comprendere. Prima del Ponte, secondo la CGIL, bisogna trovare il modo di arrivarci, cioè bisogna risolvere tutte quelle negatività che da lungo tempo impediscono alla Calabria di crescere, visto che continua ad essere la cenerentola delle regioni.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Se appartieni a una famiglia che ha fatto sempre enormi sacrifici per tirare avanti la vita e assicurare un futuro ai propri componenti, se hai sempre vissuto condizioni di notevole disagio economico, culturale e sociale, se oggi vivi in una realtà, in un mondo che promette cambiamenti in meglio senza mai cambiare nulla, se prendi atto dei fallimenti della società di ieri e di oggi, è ovvio che addosso ti costruisci un "vestito" coerente e conseguente con la realtà che hai vissuto e che continui a vivere; è ovvio che il tuo pensare, il tuo scrivere, il tuo vivere quotidiano, il tuo io culturale è sempre coerente con il mondo storico, culturale, sociale ed economico che ti circonda.
Per quanto riguarda la Calabria, nel tempo sono cambiati tempi e modi, ma la sostanza è sempre la stessa. I problemi di ieri e di oggi, rimasti irrisolti, ti restano ancora "cuciti" addosso. Alla scuola media ho appreso che "l'emigrazione è un male necessario" e da allora ad oggi nulla è cambiato; si emigrava allora e si emigra ancora oggi; povera era la Calabria, e povera è ancora oggi; la classe politica ha sempre promesso, e promette ancora; sempre gli stessi problemi, le stesse esigenze, le stesse sofferenze.
Purtroppo, per quanto mi riguarda, continuo a vivere con enorme disagio gli aspetti negativi presenti nella mia regione, che è la più bella d'Italia, ma non riesce a liberarsi dei mali che da lungo tempo la travagliano: emigrazione, disagio culturale e sociale, carenze infrastrutturali, sofferenza economica e politica, fuga dei giovani, impoverimento demografico, criminalità, mancata tutela di diritti, dispersione scolastica. Se questi problemi li ha vissuti e continuai a viverli, ti resteranno sempre "cuciti" sul tuo modo di vivere la realtà che ti circonda, sulla tua cultura, sul tuo modo di pensare e di rapportarti con il mondo esterno, quando pensi, quando operi, quando ti rapporti con il mondo esterno, quando scrivi.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per me scrivere non è mai evasione, ma è invece necessità e strumento per raccontare, evidenziare e valutare problemi ed esigenze del contesto in cui si vive e si opera; è un modo per denunciare illegalità, ingiustizie, errori e negligenze, per raccontare una realtà sempre sofferente, per attirare l'attenzione su emergenze e problemi emergenti, per attirare l'attenzione su problemi culturali, economici, sociali e politici di interesse comune.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Molto. C'è soprattutto quella realtà storica, culturale e sociale che mi ha interessato nel corso degli studi universitari; c'è la sofferenza personale nel vedere la mia regione continuare ad essere un "Sud nel Sud"; c'è quella sensibilità maturata nel costruire la mia tesi di laurea su "Emigrazione e condizioni economiche in Calabria dal dopoguerra ad oggi(1970)", poi arricchita con altri iscritti: La problematica storica della questione meridionale - Il coraggio di ricominciare - Criminalità, partiti politici e società in Calabria. Il delitto Valarioti - La Calabria racconta. Antologia di narratori calabresi - Narrando Narrando - Medma e i Greci in occidente.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Nessuno, soltanto il mio amore per la Calabria e l'esigenza di dare una unità critica alle tante problematiche che caratterizzano il sottosviluppo di una regione sempre più povera sotto tutti gli aspetti, nell'indifferenza più diffusa di quanti la governano a livello nazionale e regionale.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Soltanto a mia moglie,
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Il mondo, soprattutto la tecnologia, è in continua evoluzione, per cui ben venga l'ebook, il libro in formato digitale che ti aiuta meglio a leggere come vuoi e quando vuoi.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Certamente il libro "raccontato" rappresenta una novità assoluta e in certi momenti della giornata può essere utilissimo, fermo restando che la lettura ti aiuta meglio, a mio parere, a conoscere, riflettere e interiorizzare quello che leggi.

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