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BookSprint Edizioni Blog

16 Feb
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Intervista all'autore - Gianfrancesco Artibani -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Roma in Italia, ma quando avevo appena 2 anni la mia famiglia è emigrata in Sud America, dove ho vissuto è compiuto gli studi Universitari.
Ho sempre scritto e vivendo in giro per il mondo ho acquisito l'influenza delle diverse culture e lingue. Il momento che considero importante per l'inizio del mio lavoro di scrittore e quando ho conosciuto il poeta Pablo Neruda e ho iniziato a collaborare alla sua rivista, le mie visite nel suo ritrovo di Isla Negra in Chile, sono state la molla che mi ha convinto. Poi scritti i primi due libri " Copihue " e Contro l'estuario del cielo " mi sono dedicato alle Arti Visive dove ho avuto le prime grandi soddisfazioni che sono culminate con la Biennale di Venezia del 1976. il mondo delle immagini ha influenzato non poco il mio modo di intendere la scrittura, come un processo in cui l'influsso surrealista è predominante. Vivendo poi in diversi paesi, Argentina, Perù, Ecuador, Chile, Canada, Stati Uniti, Tunisia, Bulgaria ho assimilato attraverso la lettura di altri autori il mio personale modo di scrivere, che è un processo in continua evoluzione. La Arti Visive e la scrittura continuano ad essere il mio mondo intimo. Ho scritto numerosi articoli, e con l'inizio di Internet sono stato tra i primi a credere nel potere della rete, con i miei blog e siti web.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
dedico alla scrittura ogni momento libero che alterno con le azioni visive, performance, pittura e disegno, mostre e il mio lavoro di consulente aziendale. Sono un eclettico, perché mi piace cimentarmi in diversi campi; la progettualità informatica, il coaching e la formazione, la consulenza aziendale e finanziaria.
Scrivere è un momento di riflessione e di creatività che mi appaga.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non penso ad un unico autore, ma sono gli scrittori Sud Americani i miei preferiti, da Pablo Neruda a Jorge Amado, Borges, Sepulveda, Gabriel Garcia Marquez.
 
Perché è nata la sua opera?
La mia opera è solo la continuità di un percorso che si era interrotto dopo il libro " Donne per Ustioni del Cuore " una ricerca del linguaggio, d'intendere la scrittura bel oltre i canoni prestabiliti, dove si mischiano le contaminazioni e dove l'immagine ha una sua preminenza. Non seguono un filo logico nella narrazione, ne hanno come fulcro il personaggio, ma invece tutto contribuisce alla nascita e allo sviluppo della narrazione; gli oggetti, la natura, la fantasia, l'irrealtà che acquistano una vita propria e si fondono in un unico.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sicuramente ha influito, come ha influito la mia storia personale, quella di essere stato presente e testimone di momenti significativi della Storia recente; la rivoluzione Cubana, il mio incontro con il CHE, il golpe di Pinochet in Chile, i moti del 68 in Europa, la mia partecipazione alla Fondazione Jhon Kennedy per l'aiuto ai popoli sottosviluppati, il vissuto da emigranti dei miei genitori, i continui cambiamenti di paesi, luoghi e lingue. Il contatto con il mondo artistico, la vita della Comune, i diversi mestieri che ho fatto per sopravvivere, la vita nella foresta Amazzonica, i molteplici progetti imprenditoriali, non ultimo oggi quello della Fondazione " Munay Fundacion Canaria". Ormai scrivere è una prassi e giunto alla mia età forse il mio più bel romanzo sarà proprio la storia della mia vita, che sto scrivendo e intitolando " Il Capitano e il suo Reverzo "
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Né l'uno né l’altro, ma la fusione di entrambe, perché come nella realtà virtuale o nell'opera artistica le due cose si uniscono e si amalgamano. Non si può prescindere dagli avvenimenti del tempo in cui si vive, dai conflitti e dalle vittorie e sconfitte della vita, dall'amore, ma nello stesso tempo esse acquistano una nuova dimensione quando s'imbattono nei dettami della fantasia, non come semplice evasione ma come percorso verso la conoscenza che poi deve portarci alla sapienza, al bisogno di capire perché siamo al mondo e quale è il nostro ruolo e il nostro impegno per migliorare noi stessi e la società umana.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è penso tutto di me, il mio spirito rivoluzionario e ribelle, la saggezza della maturità, la riflessione dell'Oriente e degli influssi Zen, la gioia della creatività artistica e del vissuto sociale. L'impegno e la determinazione a produrre e contribuire al cambiamento, la fantasia dell'irreale, il conflitto interiore e l'amore.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Nessuno in particolare, ma il mondo degli altri scrittori nei quali mi sono immerso attraverso la lettura, non ultimi i viaggi e le storie raccolte e vissute.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Il primo libro l'ho fatto leggere a Cesare Zavattini, il quale mi ha scritto la prefazione di Copihue, il primo libro di Poesia al Poeta Renzo Nanni, gli altri a seguire ai miei figli, perché ho ritenuto che anche il mestiere della prefazione nei libri era superato, in quanto mi considero un anarchico della scrittura.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
L'E Book è un mezzo di comunicazione che può facilitare la partecipazione tra lo scrittore e il lettore in questo tempo e nel futuro, ma l'oggetto libro in quanto elemento materico è molto più personale e lascia una identità ereditaria che è imprescindibile. Ho pubblicato numerosi E-Book , soprattutto di Poesia, perché meglio si presta ad essere assimilata nell'immediato e perché gli E-book sono anche più accessibili in termini di prezzo, Così come i libri fotografici, ma credo che l'uomo abbia bisogno di avere tra le mani qualcosa che le appartenga e che sia tangibile e che possa conservare. Ciò non toglie che l'E-Book non abbia una sua funzione di scambio.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'Audiolibro è un concetto molto interessante perché se ben fatto ha una sua immediatezza e arriva con più facilità d'ascolto a cancellare quella pigrizia e quell'indolenza del non lettore e quindi facile da digerire, lo sarà ancor di più nel futuro quando l'audio verrà integrato con la realtà virtuale e la realtà aumentata, e quindi si chiuderà il cerchio tra la parola e l'immagine. Si creerà così un percorso multimediale sensoriale pregnante che sarà la sintesi ultima per lo scrittore, che potrà coniugare l'insieme delle Arti, la musica, l'audio, l'immagine e la virtualità e potrà essere percepito completamente. Mi auguro di esserci anch'io

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