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BookSprint Edizioni Blog

28 Dic
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Intervista all'autore - Valter Panebianco -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Secondo me non c'è un momento della vita in cui uno si possa identificare se non quando ci appropriamo di un atto di coscienza, se non nell'attimo in cui siamo consapevoli di una crescita. Scrivere è un gesto che ferma i nostri cambiamenti nel tempo e rende tangibile la nostra incoscienza. La prima volta che mi son reso conto della bellezza del mondo delle fiabe è stata quando da bimbo, per farmi addormentare, mia zia mi raccontava delle favole
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c’è un preciso momento in cui l'elaborazione del pensiero ha bisogno di liberarsi in me, come disse Pirandello la vita o la si vive o la si scrive, per cui ci sono periodi in cui mi lascio trasportare dalle emozioni e ci sono periodi in cui ho bisogno di fissare queste emozioni per vedere come cambio nell'evolversi della mia vita. Bisogna poi tener conto che come in tutti i lavori per essere usato anche il linguaggio bisogna imparare a conoscerlo. Per me è più una passione e imparo soprattutto leggendo gli autori che mi piacciono, perché leggere gli altri sicuramente allarga i nostri orizzonti
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Di autori contemporanei ne conosco pochi, sono rimasto a Jack London, Hermann Hesse, Cesare Pavese, ltalo Calvino, mi piacciono anche i testi scientifici…Ultimamente ho letto qualcosa di Spielberg. Mi è piaciuto molto " Cento anni di solitudine " che dovrebbe essere di Milan Kundera (purtroppo quando leggo i romanzi mi faccio prendere dalle storie e molto spesso dimentico il nome degli autori). Secondo me è impossibile fare una classifica perché l'anima umana ha mille sfaccettature (come ci ha insegnato Pirandello uno nessuno centomila) e ogni scrittore riesce a intrappolare qualcuna di queste infinite sfaccettature dell'essere umano. Quindi a seconda del periodo che sto vivendo preferisco ora questo scrittore ora quell'altro.
 
Perché è nata la sua opera?
Per liberare il mio cervello da tutte queste trame, da tutti questi ambienti, da tutti questi personaggi che mi martellavano costantemente affinché li
liberassi dalla mia fantasia per concedergli una loro realtà. Mi ricordo che quando terminai il romanzo fu per me in qualche modo una rinascita.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sono Darwiniano ed è naturale che io creda che l'ambiente influisca sul proprio carattere, però credo anche che la scrittura e la fantasia possano aiutarci a sviluppare una nostra direzione, poi bastava andare in una biblioteca per trovare qualsiasi argomento avessi voluto approfondire. Dopodiché le nostre scelte di vita e la realtà sigillato il resto
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è un modo per fissare la nostra incoscienza, di cristallizzare le esperienze passate per poter poi crescere e non dimenticare. Anche l'uomo della preistoria ha dovuto seguire le proprie tracce e quelle degli altri animali, per fissare l'attimo fuggente, si tinse le mani e riempì con le proprie impronte le caverne, cosi riuscì a dominare il proprio istinto cristallizzando nel cervello una nuova consapevolezza della realtà. Anche gli archeologi un tempo per fissare la data dell'inizio della storia dell'umanità prendevano in considerazione l'invenzione della scrittura. Adesso invece le prove al radiocarbonio e quelle degli strati archeologici riportano prove più affidabili degli scritti lasciatici dalle antiche civiltà
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Siccome Il libro è stato scritto una trentina di anni fa sicuramente c'è tutto il mondo delle fiabe che mi raccontava mia zia. Ora sono affascinato dal mondo creato dalla casa editrice Bonelli (Tiziano Sclavi) di Dylan Dog. Prima di continuare a scrivere vorrei leggermi Dracula di Stoker Frankenstein, di Mary Shelley e tutta quella serie di poeti che ci hanno riportati alla natura come Edgar Allan Poe, Rimbaud, William Blake, poeti considerati maledetti dalla gente che voleva assoluto controllo sul cervello degli altri.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Di sicuro il personaggio del mio romanzo: Marilyn
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A una sconosciuta che passava nel parco dove facevo il giardiniere, cominciammo a salutarci poi a chiacchierare, ma visto che le chiacchierate diventarono troppo lunghe e non potevo perdere troppo tempo sul lavoro le proposi di leggere il mio libro. Lei quando lo finì mi regalò €100 pensando forse che potessi lasciarglielo. Io un po' imbarazzato glielo richiesi in quanto non era ancora pubblicato e lei regalandomi un immenso sorriso mi lasciò ugualmente i soldi. Comunque fu materiale per prolungare ulteriormente le nostre chiacchierate.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sicuramente lo è soprattutto perché chi vuole leggere molto può risparmiare parecchio con l'ebook. Però il cartaceo è come una carta d'identità per chi possiede una casa, una sala, una libreria. Ogni lettore si identifica con i libri cartacei che possiede e così può comunicare a chi gli è caro gran parte del proprio carattere (una specie di status symbol)
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sicuramente è una piacevole compagnia, soprattutto per le persone che vivono in solitudine. Ma l'elasticità che il leggere imprime alla fantasia e quindi ai neuroni è unica, anche se a volte costa un poco di fatica

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