Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere mi piace, ma di per sé non rappresenta la mia passione principale. Nella mia quotidianità mi esprimo al massimo nella attività che svolgo presso il Centro Censupcom, dove faccio il mental-coach e formatore.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo libro rappresenta una fotografia della mia vita reale, nella quale avvengono e si snodano le dinamiche e i comportamenti che ho descritto nel libro.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Questo libro, un po' come i precedenti, rappresenta l'azione di "fissare" la mia esperienza, elaborata in tanti anni, nella attività di aiuto alle persone a superare le loro difficoltà emotive. Contestualmente simile effetto è scaturito nel mettere per iscritto le parti di esperienza legate e descritte da Laura De Biasi.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Non è stato difficile scegliere il titolo perché è la sintesi diretta di ciò che ho scritto.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Mi andrebbe bene qualsiasi libro di Jean Paul Sartre, per la profonda anticipazione della nostra modernità. Inoltre profonda attualità di molte sue intuizioni intorno alla realtà della mente umana.
Ebook o cartaceo?
Ritengo validi entrambi i supporti.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
La mia non è propriamente una carriera di scrittore, lo diviene per riflesso alla attività di formatore e mental-coach che svolgo. Scrivere è divenuto un passaggio imprescindibile, collegato ai risultati delle tecniche che io e Laura De Biasi abbiamo sviluppato in quasi trent'anni di attività. Anno dopo anno, la fusione delle diverse esperienze tra quella mia, di curioso indagatore e ricercatore e quella di Laura, attrice di straordinaria forza e sensibilità, ha prodotto una nuova visione della mente umana e del suo funzionamento.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Questo ultimo libro è nato in un intreccio di alcune collaborazioni, tra le quali quella con la psicoterapeuta Martina Bocchi. All'inizio le nostre conversazioni sui temi della mente e le relative teorie di diversi studiosi erano assai competitive, sembravamo due pazzi che confrontano il proprio modo di vedere con entusiasmo e frenesia. Poi, col tempo, Martina ha imparato a conoscermi e abbiamo potuto riconoscere e approfondire quanto importanti fossero i temi trattati in questo libro. Martina oltre ad essere una professionista curiosa e con una intelligenza vivace, è una donna attenta e sensibile, libera da pregiudizi e con una mentalità veramente notevole.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Sono felice, e al tempo stesso determinato a continuare il lavoro di diffusione di una conoscenza importante che aiuta le persone a vivere molto meglio.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ci sono state diverse persone cui ho sottoposta l'opera, ma una particolare a cui devo molto, Maria Russo, che fa la ricercatrice senior nella facoltà di filosofia del San Raffaele di Milano. Con lei le mie doti si sono integrate di alcune prospettive che mi sarebbero mancate.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo sia la parte mancante della diffusione del pensiero e della narrativa. Lavorando con una attrice, Laura De Biasi, questo tema è stato vissuto più volte, avendo lei già realizzato alcuni audiolibri nel nostro studio di registrazione presso la nostra sede. Sono molto contento che si sia sviluppata questa nuova modalità perché permette alle persone di fruire di nuovi modi di aprire la mente, anche in moneti della giornata che altrimenti sarebbero affollati solamente di pessima (frequentemente) musica dalla radio.