Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Seguo un impulso irrefrenabile. Le emozioni tuttavia sono controverse. All'inizio l'idea del tema mi pervade nella parte di me più istintiva e comincio a fantasticare su cosa potrei scrivere.
Ma devo superare l'ignavia che sopraggiunge subito dopo per poter mettere qualcosa di concreto su carta. Quello che segue è un continuo fare e disfare che si potrebbe tradurre in amore e odio: se prevale quest'ultimo l'opera non vede la luce, se mi innamoro anche solo di un personaggio o di una situazione, è fatta e l'opera si scrive praticamente da sé.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Molto. In realtà, come detto nella presentazione mi vedo alla stregua dell'uomo vitruviano che scandisce il tempo e misura le azioni dei personaggi. Ma nella metamorfosi della libellula mi ci sono trovato spesso anche fuori della metafora di questo romanzo che è il mio primo esercizio in questo senso e che vorrei proseguire per trovare una quadra a tante storie umane di cui ho pieno il taccuino degli appunti che mi interrogano e spronano come tanti personaggi in cerca di un autore che ne racconti vizi, virtù, gioie e sofferenze
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Si tratta della mia prima esperienza di una scrittura organizzata a più piani con un unico filo conduttore. Ho sofferto molto quando mi sono determinato ad eliminare interi capitoli perché rischiavo di andare fuori dall'idea della metamorfosi. Ma penso che il risultato sia buono. Del resto per avere buoni frutti occorre saper potare a tempo debito la pianta e devo dire che la similitudine georgica cui devo molto a mio nonno Michelangelo che mi ha insegnato a potare e innestare, sia molto calzante.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Inizialmente il titolo era molto confuso, poi nel momento in cui si è delineato il ferimento di Eva ho capito che la libellula e il suo respiro dovevano prendere il sopravvento e da lì è diventato l'unico titolo possibile: mi si è imposto da sé e non ho potuto far nulla per impedirlo, me lo chiedevano tutti i personaggi.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Adoro Umberto Eco e molto spesso nel testo ho utilizzato molto indegnamente la sua dialettica. Ma dei suoi libri non mi porterei che il Nome della Rosa in un'isola deserta. A questa scrittura mi ha dato uno sprone non indifferente Alessandro Dumas Padre, con il suo Conte di Montecristo, ma fra tutti, se dovessi trovarmi a discutere di storie, personaggi e paesaggi in un'isola deserta, vorrei trovarmi faccia a faccia con Leone Tolstoj.
Ebook o cartaceo?
Il cartaceo ha la sua magia, ma l'ebook è il futuro; del resto anche il cartaceo che conosciamo oggi si è evoluto dalle tavolette di cera, alla cartapecora fino alla cellulosa, quindi perché non seguirne la naturale evoluzione che in questo caso è migliorativa sotto molti aspetti?
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Sono uno scrittore? Beh, mi sono impegnato e determinato a pubblicare 6 libri fra sillogi poetiche, racconti brevi, documenti scientifici e un romanzo e soprattutto mi ci sono divertito. Ma uno scrittore per essere tale deve avere consenso di critica e pubblico. Io scrivo per diletto, non per consenso, se poi a qualcuno piace quello che dico ne sono senz'altro lusingato.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
È tutto ben riassunto nella mia prefazione dell'autore.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una emozione sempre nuova e sempre grande. Indescrivibilmente bella.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La mia redattrice personale della Casa editrice Book Sprint ha letto l'ultima versione, ma amici ne hanno letto delle bozze e me ne hanno dato riscontro che mi ha consentito di pervenire alla versione definitiva.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia un'ottima cosa per invogliare alla lettura. Chi ha ascoltato un audiolibro è invogliato a leggerlo come è accaduto a me varie volte.