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10 Dic
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Intervista all'autore - Soraya Gerardi -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Mi chiamo Soraya Gerardi, ho quasi diciotto anni. Vengo da Campofiorito, un piccolo paese in provincia di Palermo.
Non penso di aver deciso di punto in bianco di diventare scrittrice. Semplicemente penso di essere nata con questa passione. Sin da piccola scrivevo storielle e ho sempre sognato di far conoscere ciò che penso di tutto ciò che mi circonda e di potere trasmetterlo a più persone possibili. Quindi credo che sia sorto tutto spontaneamente.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non dedico un momento specifico alla scrittura, ma nel momento in cui viene l'ispirazione posso dedicare anche l'intera giornata.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Da poco tempo penso che il mio autore contemporaneo preferito sia Donato Carrisi.
 
Perché è nata la sua opera?
È nata da una lampadina, come si usa dire, ma volevo scriverla soprattutto per poter trasmettere qualcosa, quindi durante la stesura ho cercato di mettere il più possibile il mio pensiero su ciò che prevale nella storia che ho scritto.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Non ho avuto una vera e propria formazione letteraria, se non oltre la scuola. Se si può dire mi definirei autodidatta.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è evadere dalla realtà perché nel momento in cui prendo carta e penna tutto il resto si spegne. Ma scrivere deve essere un modo per raccontare, commentare, dire ciò che pensi senza paura di esprimerti attraverso le parole.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Penso di aver messo tutto ciò che penso in ciò che scrivo.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Ho scritto l'opera da sola, prendendo spunto da reali fatti, ma penso che coloro che mi hanno portato a rispondere queste domande e ad aver concluso la mia opera sono stati i miei genitori senza i quali non avrei nemmeno potuto farla uscire dalla mia cameretta.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
L'ho fatto leggere a mio padre, in quanto anch'egli appassionato di scrittura mi ha aiutato a correggere e sistemare gli errori.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Credo di sì, perché la tecnologia si evolve. Ma secondo me, nessuna piattaforma digitale può sostituire le pagine, il loro profumo e la penna che tieni in mano senza avere paura di stancarti di scrivere.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che dia più opportunità a chi ha varie difficoltà di avvicinarsi al mondo, quindi penso sia un mezzo importantissimo.

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