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BookSprint Edizioni Blog

10 Dic
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Intervista all'autore - Paula Q. -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è salvifico, liberatorio; è una seduta dallo psicologo.
Scrivere è gioia, rabbia, dolore, lacrime e risate.
Scrivere è dare vita a personaggi che, poco o tanto che sia, hanno qualcosa che ti appartiene, sono un pezzetto della tua anima.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Buona parte del libro nasce dalla mia vita reale.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere questo libro è stato come riappacificarmi con la mia parte bambina/adolescente, che ancora piangeva.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è stata davvero la parte più difficile da scrivere.
Non avevo davvero idea di come intitolarlo, fino alla fine.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
L'ultima riga delle favole, di Massimo Gramellini e, potendo, porterei direttamente lui. Uno scrittore eccezionale che fa vibrare l'anima come le corde di una chitarra, oltre ad essere un uomo ironico e di estrema cultura ed intelligenza.
 
Ebook o cartaceo?
Entrambi.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Ho vinto il primo concorso di poesie in quinta elementare.
Non ho mai pensato alla scrittura come ad una carriera, scrivo perché ho tanto da dire, da raccontare.
Ho sempre avuto una fervida fantasia.
Se davvero la mia carriera da scrittrice decollasse, farei il lavoro che amo.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Questo libro è nato ascoltando una canzone dei Motel Connection, Two (da lì il titolo del romanzo).
Stavo passeggiando al parco della Colletta con gli auricolari nelle orecchie, è partita questa canzone e, di colpo, avevo tutta la trama in testa.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Un'emozione molto simile a quella che ho provato quando ho stretto tra le braccia la mia bambina appena nata.
I miei libri sono un po' come dei figli.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Nessuno, troppo personale per farlo leggere a qualche amico.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso sia una meravigliosa opportunità, soprattutto per le persone ipovedenti.

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