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BookSprint Edizioni Blog

21 Nov
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Intervista all'autore - Guido Pallotti -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Forse è l'unica cosa al di fuori del normale tran tran della quotidianità che so fare, bene o male non sta a me giudicare.
Le emozioni sono tante, sia nello scrivere un articolo per i giornali cartacei e online con i quali collaboro, sia per scrivere un romanzo.
Gli articoli scorrono fluidi, il romanzo lo vivo in ogni momento, registrando ciò che mi viene in mente al riguardo, qualsiasi cosa io stia facendo, sia camminando, sia guardando la televisione ecc. Mi è capitato di uscire, nel momento che quasi toccava a me, da una coda ad uno sportello, perché mi era venuta un'idea per il romanzo che stavo scrivendo.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Molto molte pagine sono ambientate nella via del quartiere di Sampierdarena, dove sono nato ed ho vissuto i primi 25 anni di vita da celibe.
Un personaggio del libro, Armando, lo stesso nome di mio padre e la carriera militare che ho descritto, da tenente nella prima guerra mondiale a capitano nell'ultima, lo ricavata dallo stato di servizio del mio babbo.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Quest'opere è nata con un altro nome e scritta al computer quando di word sapevo ben poco, quindi pubblicata senza la revisione di un correttore professionista. In seguito l'ho rielaborata più volte (la chiamavo il mio giocattolo) perché mi divertivo a riesaminarla), Infine con una buona conoscenza di word e la revisione di un'amica, professoressa di lettere, ha assunto la chiarezza che desideravo darle.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Ho cambiato più volte il titolo e rileggendo il romanzo prima di dare il benestare per la pubblicazione ho pensato bene, di aggiungere al nome di Mirosa, quello di Elmo e Biienvenida, gli altri due personaggi principali; ho aggiunto poi i sotto titoli per dare all'eventuale lettore una parvenza d'idea della trama.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Se li citassi tutti bisognerebbe scegliere un'isola più grande, quindi opto per Hemingway e "Quarantanove racconti", perché quando ho iniziato ad essere un assiduo lettore è stato lo scrittore che più mi ha entusiasmato al punto di leggere tutte le sue opere, comprese le postume.
 
Ebook o cartaceo?
Normalmente cartaceo, tuttavia non disdegno l'Ebook.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Se carriera si può chiamare, dal 1998, quando all'età di 59 anni ho scelto di fare il pensionato; avevo già scritto qualche cosina con la macchina da scrivere, infatti conservo ancora quella manuale e l'altra elettrica... la scoperta del computer e di word in particolare è stata una scarica d'adrenalina che mi ha spinto a provare a scrivere, come ho detto articoli per giornali cartacei e online, racconti, anche premiati, quattro libri in lingua genovese, che insegno, e due romanzi, compreso questo editi dalla BookSprint.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'inizio del libro narra di un giovinetto, uno scolaro, che nel 1941 rimane talmente scioccato dal primo tremendo bombardamento delle navi inglesi su Genova, da rimanere quasi muto e paralizzato, tragedia vissuta da un mio cugino, anche se lui era già adulto e studiava da sacerdote in seminario. Da lì tutto è proseguito abbastanza fluidamente.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Per arrivare alla fine ho impiegato circa 4 anni, come l'ho terminato ho cominciato a stamparlo come un forsennato, la copertina era già pronta, sono corso in cartoleria per compattarlo ed avere fra le mani il manoscritto da poter leggere come un libro, anche se più ingombrante. Ne conservo ancora alcuni prototipi... caso mai diventassi famoso...
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia moglie, convinta che il personaggio maschile fossi io, e mia figlia. Lo lessero contemporaneamente.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Mi è capitato di ascoltare un breve pezzetto di un audiolibro dall'autoradio e mi era piaciuto, infatti non avevo cambiato stazione, però il tragitto che feci fu breve.
Ho tanto tempo a disposizione molto del quale lo passo davanti alla TV, proverò ad organizzarmi per ascoltare un audio libro.

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Lunedì, 21 Novembre 2022 | di @BookSprint Edizioni

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