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14 Nov
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Intervista all'autore - Marco Scordo -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Beh; direi che scrivere è uno strumento che ti aiuta ad esprimere le tue emozioni, sensibilità.
Scrivere ci aiuta anche a semplificare i nostri pensieri; farli arrivare con facilità e impatto ai nostri lettori. Questo è il nostro obiettivo.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Molta. Devo dire che il libro nasce dalla volontà di far conoscere agli altri le difficoltà che si nascondono in questo mondo: quello dei media. E che non tutti hanno la possibilità di trovare il cosiddetto santo in paradiso; se sempre ce ne è qualcuno. I santi, coloro che raccomandano, si accertino che il raccomandato sia professionalmente capace. Ma, purtroppo, non sempre è così. E chi lavora sodo, con passione, il più delle volte viene tagliato fuori dal ventaglio delle opportunità. Perché il più delle volte le corsie preferenziali vengono occupate dagl' incapaci.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Riuscire semplicemente a tirar fuori quello che avevo dentro. Vede; spesso siamo tormentati. Non riusciamo a vivere la nostra quotidianità con lo spirito giusto. E alloro scrivere, per quanto mi riguarda, diventa fondamentale e liberatorio. È grazie a questa capacità che ho avuto la possibilità di tirar fuori quello che sentivo e vivevo in quel momento. E spero di averlo fatto al meglio. Cercando, per chi vorrà leggere il libro, di coinvolgerlo in questo mondo. E farli vivere i tormenti che spesso attaccano coloro che hanno il bisogno di emergere.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Non direi semplice. Ho avuto la possibilità di sottoporre il problema alla casa editrice la quale prontamente ha saputo sciogliere il nodo Titolo. Trovandomi concorde su una scelta di tre titoli a me sottoposti.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Vorrei il mio libro. Quando si scrive mettiamo molto di noi. E se dovessi stare in un’isola deserta è su me stesso che dovrei contare. E il libro, in questo caso, sarebbe lo strumento giusto per ricordarmelo ogni volta dovessi avere momenti di sconforto.
 
Ebook o cartaceo?
Entrambi. Credo sia nell'una che nell'altra formula.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non sono un vero e proprio scrittore. Mi ritengo un giornalista che ha deciso con questo libro di raccontare un'po’ di sé.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Si, In realtà il libro nasce dalla lettura di un altro libro: Pescecani di Mario Giordano. Un libro, quest'ultimo, in cui si racconta come i potenti si riempiono le tasche alle spalle di un paese che affonda. Tutto vero, ma forse Giordano ha dimenticato che in quel mondo viene rappresentato anche il quarto potere: la Stampa. Che non si esime dai benefit sociali ed economici.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una grande emozione. Credetemi: è il sogno che si realizza.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Un carissimo amico. Scrittore anche lui tra l'altro.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non male. La tecnologia fa grandi progressi. E questo è un metodo nuovo per portare il lettore ad avere una formula in più per approcciare alla lettura. Un nuovo metodo per fidelizzare il rapporto tra Autore - lettore.

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