Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Ho sempre scritto di getto, nel senso che la maggior parte delle volte non studio a tavolino la struttura della storia o i personaggi.
Immagino un contesto e un evolversi di situazioni, mi ispiro ad una percezione o ad un messaggio che vorrei trasmettere. Nel caso specifico di questo libro ho scelto come sfondo le catastrofi ecologiche e i conflitti tra nazioni, e considerando che il testo risale a diversi anni fa e l'ho rielaborato solo in minima parte l'emozione che ho provato nel lavoraci sopra è stata una sorta di preveggenza. Ma l'emozione dominante in tutti i miei testi è l'amore, inteso come valore universale e trasmissibile.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Prendo essenzialmente le emozioni dalla mia vita reale, poi c'è sempre un personaggio che mi somiglia un po', che riconduce a qualche mia esperienza o a qualche desiderio non realizzato. In questo libro il personaggio di Elena soffre come me di un senso di inutilità e di un bisogno di cambiamento. Per parlare di lei ho attinto in parte alla sensazione che provano alcune donne di non aver realizzato i propri sogni e di non sentirsi bene nella loro pelle.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Quando ho iniziato a scrivere questo libro desideravo esprimere il timore della catastrofe. Cercavo di immaginare un futuro per l'umanità che riportasse nella coscienza degli uomini i valori autentici che non dovrebbero mai essere dimenticati. Quindi ho avuto bisogno di un angelo. Attraverso di lui, che simboleggia la caduta ma anche il riscatto dell'umanità, ho seguito un percorso nella mia anima in cerca della salvezza.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo del libro è stato una folgorazione! Sono partita dal nome del gruppo rock che è la prima cosa che mi è venuta in mente e poi ho identificato il personaggio principale nell'angelo. Le sue sconfitte e i suoi rimpianti erano piume che cadevano dalle sue ali, una alla volta, fin quasi a spogliarle del tutto. Come accade agli esseri umani si perdono molte cose nel viaggio della vita, ma poi se ne conquistano altre. Lui alla fine conquista una sorta di immortalità.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Ho divorato i libri di King da ragazza! Ma ho letto anche la Fallaci, Isabelle Allende, Camilleri, negli ultimi anni ho amato Faletti. Ma ho letto anche tutti i testi di Oscar Wild e Poe. Non riuscirei a sceglierne uno solo, perché sono molto diversi e da ognuno ho imparato qualcosa. Probabilmente su un'isola deserta scriverei nella mia mente il libro adatto alla situazione.
Ebook o cartaceo?
Leggere un libro cartaceo da sensazioni tattili, olfattive e visive che non riesco ad immaginare in un Ebook, ma forse va apprezzato l'aspetto divulgativo, molto più capillare e per le nuove generazioni forse più apprezzabile.
Credo che sarebbe bene mantenere entrambe le versioni.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Il desiderio ha radici lontanissime nel tempo, ero una ragazzina di otto anni quando ho scritto la mia prima fiaba. Ma ho tentato per la prima volta di pubblicare un mio scritto circa vent'anni fa e ci sono riuscita, partecipando con un breve racconto al bando di concorso di una società editrice online nel 2002. Ho continuato a scrivere ma non ho più proposto a nessuno ai miei scritti. Devo essere sincera? Ho avuto una sorta di timidezza a condividere con gli altri quello che non consideravo una carriera ma un percorso interiore.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Aneddoti non ce ne sono per quasi nessuno dei miei racconti. Sono frammenti di pensieri che si sono evoluti, sensazioni che hanno tracciato un sentiero, anche immagini o esperienze personali. “Le piume dell'angelo” nasce dalla paura, dall'incertezza del futuro, ma anche da una fede forse mal riposta ma invincibile nell'umanità.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
La sensazione è travolgente. Oltre alla gioia di avere una prova materiale di un sogno che si realizza c'è un sussulto di orgoglio per aver ricevuto un'attenzione insperata e una guida tecnica e competente per arrivare al risultato finale, che ripeto mi gratifica e mi fa pensare che ho perso un sacco di tempo!!!
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
In realtà non lo ha letto nessuno! Quella timidezza che mi ha tanto frenato a pubblicare mi ha impedito di dare accesso a chiunque al testo completo. Ho raccontato il contenuto del testo, ma solo approssimativamente, a marito e figli.
Quindi avete il "privilegio" (detto scherzosamente) di essere i primi ad averlo letto. E di questo vi sono immensamente grata.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo che sia una bella iniziativa. Penso a tutte quelle persone che non possono accedere ad un testo scritto o che non ne hanno il tempo, ma penso anche che realizzare una narrazione vocale sia un po' come girare un film, bisogna dare voce alla storia ma anche ai personaggi, quindi è un vero impegno artistico. Non ho mai ascoltato un audiolibro, ma se il mio lo diventerà credo che sarà la colonna sonora della mia esistenza futura!