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BookSprint Edizioni Blog

17 Ott
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Intervista all'autore - Prisca Ciaramella -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Salve a tutti.
Io mi chiamo Prisca, ho trent'anni e sono nata a Priverno, in provincia di Latina, ma ho sempre vissuto a Roccagorga, nella medesima provincia.
Tra le mie più grandi passioni troviamo quella per le lingue straniere e per i viaggi, nonché per il volo, infatti lavoro come Cabin Crew presso la Compagnia Aerea "AeroItalia". Ma un’altra delle mie più grandi passioni è senza dubbio il Fantasy, il genere che più amo in assoluto.
Ad essere onesta, ho sempre preferito la lettura alla scrittura, ma esattamente all'inizio di quest' anno l'idea della storia di "Lucciole" ha cominciato a vagare ininterrottamente nella mia testa e dunque mi sono detta: “Quale miglior modo per renderla viva se non quello di portarla su carta e condividerla con tutti i lettori appassionati di Fantasy come me?" Ed ecco qui che è nato il mio libro.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Preferibilmente il pomeriggio, una parte della giornata in cui, a mio modo di vedere, le attività possono essere svolte con più calma, a maggior ragione quelle che richiedono una certa concentrazione, come la scrittura.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
J.K. Rowling, naturalmente. La "Madre" di Harry Potter!
 
Perché è nata la sua opera?
La mia opera nasce da un mio punto di vista. Un punto di vista che porto con me fin da quando ero piccola, ovvero quello dell'Arte e dell'Emozione che predominano sulla sola tecnica, aggiungendo, in questo caso, anche un pizzico di Magia, fuso alla Religione Cristiana e alla Leggenda. Un Mondo in cui sarebbe bello possedere dei poteri magici come quelli che le tre protagoniste (Ciary, Flower e Naty) scoprono di avere. Poteri che sono stati affidati agli esseri umani nientemeno che da Dio stesso quando Questi li ha creati. Non a caso, la mia opera è anche una critica nei confronti di quel luogo comune (sbagliatissimo) che spesso vede la Magia e il genere Fantastico come qualche cosa di "demoniaco".
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Di parecchio direi, dato che oggigiorno il Mondo è veramente suddiviso fra lettori che adorano il genere Fantasy (insieme a Film e Serie TV) e lettori di tutt’altro genere che reputano il Fantasy un genere per bambini, affermando il più delle volte che, una volta cresciuti, tale genere ci svia fuori dalla realtà in cui viviamo.
Beh, grandissimo sbaglio. Innanzitutto il Fantasy NON è affatto un genere per bambini. Basti pensare ai messaggi e agli intrecci di trama (se così si può dire) che caratterizzano storie come le Saghe di "Harry Potter", "Il Trono di Spade" e "Il Signore Degli Anelli". Oppure, ci basti pensare a Walt Disney, il Bambino che Non è mai cresciuto e che è stato in grado di creare delle storie di genere Fantasy straordinarie, le quali non hanno target di età, e soprattutto, che ci insegnano una grande lezione di vita: quella che non esistono Storie senza Lieto-Fine.
Inoltre, come dico sempre io, c'è molta più probabilità che un Mezzogigante come Hagrid vanga a bussare alla porta di casa nostra dicendoci che siamo dei Maghi e che Hogwarts ci sta aspettando, piuttosto che un uomo (o anche una donna, certo) che venga a ripescarci in capo al mondo o a raggiungerci in aeroporto come spesso accade in molti Romances.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Io direi entrambe.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Ciary Christmas rappresenta il mio modo di essere nella realtà in tutto e per tutto. Soffermandosi sul carattere di Ciary, potrete vedere me esattamente così come sono.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Non saprei.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Solamente ad alcuni amici stretti.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
No, io tifo e tiferò sempre per il libro cartaceo.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Quella dell’audiolibro è una bella idea, ma onestamente parlando continuo a preferire il libro cartaceo. Credo che in questo caso le opinioni sull' audiolibro siano molto soggettive.

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