Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è come liberare un qualcosa che nasce da dentro, è mettere nero su bianco i pensieri che oscillano sulla linea tempestata della mia mente.
Non c’è una vera e propria emozione, è un po’ come il colore bianco, dentro di lui contiene tutti i colori, la luce di un qualcosa che va raccontato. Per questo adoro esprimermi attraverso la scrittura, perché niente è più forte di quest’arma, alle volte tagliente, ma piena di colori e sfumature che dilaniano il mondo in un arcobaleno di vita.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo libro c’è la mia vita, ciò che di reale ho passato e senza paura, ma con il proposito di aiutare qualcuno, ho deciso di dirigerla in un libro per sensibilizzare sul problema dei disturbi mentali, in particolare sui disturbi alimentari.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest’opera è stato difficile, vedere la mia vita che prendeva forma nelle sue sfumature, mi ha resa più consapevole di quanta voglia di rivalsa c’è quando, vedendo i fiori appassiti di un passato raggelato, ho incominciato ad annaffiare il presente.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è venuto spontaneo, ho sempre combattuto con due parti di me, e per questo non c’era altra opzione che decidere questa formula.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Vorrei portare con me “Il vecchio e il mare” di Hemingway, che tengo sempre con me sul comodino. Perché nonostante una lotta che costa molto al protagonista, sia fisicamente che emotivamente, alla fine ne esce sconfitto, ma con un'amara vittoria, poiché, nonostante tutto, riesce in qualche modo a riconquistare la fiducia e l'apprezzamento delle persone. Un po’ come se anche nel destino infelice, ci fosse gioia nel trovare una nuova strada, nonostante tutto.
Ebook o cartaceo?
Cartaceo, adoro sentire i profumi dei libri!
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Ho iniziato a sei anni a scrivere racconti, ho sempre avuto questa passione e penso che sempre l’avrò. Adoro raccontare, mettere una morale in ciò che succede, arricchire di significato ciò che agli occhi di qualcuno può sembrare banale.
Ho deciso di scrivere un libro sulla mia storia recentemente, forse per liberarmi un peso che per molti anni mi ha catapultato in uno stare al buio senza via d’uscita.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L’idea di scrivere un libro è nata dall’esigenza di liberarmi di tutto il dolore che ho provato per dare un taglio al passato che pesava sull’anima. Lo scheletro di questo piccolo racconto è stato scritto in una giornata talmente era forte la mia voglia di dare uno stop a ciò che mi confinava nella sofferenza.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Paura, paura di scoprirmi al mondo. Un po’ come se un pezzo di me fosse visibile a tutti, senza barriere, senza qualcosa per proteggermi. Ma allo stesso tempo la felicità di poter coronare un sogno.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona che ha letto il libro è stato il mio professore di italiano del liceo, che ringrazio infinitamente per i suoi feedback e soprattutto per avermi spinto a pubblicarlo.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non ho mai ascoltato audiolibri e penso che mai lo farò, ma perché per un piacere personale preferisco la lettura e lo sfogliare le pagine di un libro che ti cattura e ti trasporta in un’altra dimensione.