Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Non lo so spiegare, l’unica cosa è che quando scrivo certe volte, anzi quasi sempre riesco ad estraniarmi da tutto ciò che ho intorno e mi immergo nella realtà che cerco di esprimere attraverso la scrittura.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Praticamente nel libro è presente quasi tutta la mia vita reale, c’è qualche elemento di immaginazione, ma posso considerare questo libro quasi come la mia autobiografia.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
La scrittura di questo romanzo è stata una sfida con me stesso, volevo mettermi alla prova, riuscire a capire se ero in grado di scrivere un libro. D’altronde sono stato Editore e direttore di un giornale Periodico, per cui scrivere mi è sempre piaciuto anche se con i miei limiti, mi sento sempre un autodidatta.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Avevo pensato a diversi titoli, alla fine “Nascaredda” mi è sembrato il titolo più adatto perché filo conduttore e ispirazione della storia
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Uno degli autori che preferisco in questo momento è sicuramente Italo Calvino. Non saprei decidere quale opera, mi piacciono tutte perché racconta la vita e i suoi personaggi in modo molto pulito, semplice e lineare.
Un altro autore che mi piace e mi ispira molto è Ennio Flaiano per il suo linguaggio semplice, ironico e accattivante.
Ebook o cartaceo?
Cartaceo anche se mi capita di leggere libri tramite internet, la carta è sempre un contatto emotivamente più diretto.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non è stata una decisione quella di diventare uno scrittore, ma piuttosto un gioco con me stesso. Non mi sento uno scrittore vero e proprio ma piuttosto una persona che ha deciso di raccontare un periodo particolare della mia vita.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Non è stata una decisione quella di diventare uno scrittore, ma piuttosto un gioco con me stesso. Non mi sento uno scrittore vero e proprio ma piuttosto una persona che ha deciso di raccontare un periodo particolare della mia vita.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Vedere il proprio lavoro trasformato in un libro è stato sicuramente accattivante e anche lusinghiero e mi ha indotto a decidere per la stampa finale.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Il mio amico Rolando, scrittore e regista, che mi ha dato utili suggerimenti e consigli e soprattutto mi ha spronato ad andare avanti e a completare il lavoro quando mi è capitato di avere momenti di incertezza o stanchezza.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non sono molto favorevole, ritengo che sia uno strumento freddo, distaccato e non coinvolgente come un libro cartaceo.