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03 Ott
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Intervista all'autore - Emilio La Greca Romano -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono un cilentano, originario di Acciaroli, un paese turistico-marinaro che, su una lingua di terra, protende nel mare. Classe 1963.
Nato in una di quelle case sugli scogli, fendenti il mare. Nel corso degli anni ho collaborato con diverse testate quotidiane e periodiche. Sono un docente, a tempo indeterminato, di Discipline letterarie negli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado. Plurilaureato (Presso l’Università degli Studi di Salerno ho conseguito le Lauree in Pedagogia, in Materie Letterarie, il Diploma in Vigilanza Scolastica nella Scuola Elementare e alcuni perfezionamenti annuali post lauream; presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale – Napoli, invece, il Titolo Accademico quadriennale di Magistero in Scienze Religiose (indirizzo pedagogico-didattico). Sono abilitato in Filosofia e Scienze umane. Ho pubblicato diversi volumi sulla storia della tradizione popolare cilentana, varie monografie e libri di prosa e poesia: Sud come Africa; Profondo Sud; Streghe e Madonne; Il canto dei poveri; Cilento; Eros; Stagioni del cuore; Poesie; Un paese, una storia; Verso Paestum; Mitra e calamaio; Raffaello Lambruschini; autorità e libertà in educazione; Gabriele Altilio – Elegantissimus poeta; I Cavalieri di Malta nel Cilento; Cammino di Chiesa; Ernest Hemingway ad Acciaroli; Saragni a oltranza; Versi diversi; Don Carlo Grangetti, Parroco ad Acciaroli-Missionario ed Operatore Sociale; Plano de Laczarulo; D’amore un verso; Carmina et fragmenta; Paese d’anima e memoria; Covid e scuola; D’amore e passione; L’affettuosa scuola del fare. Coautore di ulteriori pubblicazioni sul Cilento: Voci e volti del Cilento, Usi e costumi del Cilento, Viaggio nel Cilento, I borghi del Cilento, Feste pagane e feste cristiane nella storia delle tradizioni popolari del Cilento. In passato sono stato cofondatore del “Cilento Ricerche“ e del “Mezzogiorno culturale”, nonché Direttore Responsabile di “Orizzonti Pastorali”, periodico della Diocesi di Vallo della Lucania (Sa).
Scrivere non è stata una scelta razionale, si è rappresentato un bisogno spontaneo. Scrivo, dunque, per soddisfare i miei bisogni. Poco mi interessa, senza alcuna arroganza intellettuale, piacere agli altri, ottenere il consenso degli altri. La premialità risiede nella tua creazione, nella tua intima narrazione che altri non potranno mai pienamente decodificare e giudicare, se non mossi dal cuore. Rifiuto concorrere per ottenere inutili premiazioni letterarie da parte di tante giurie improvvisate... Chi scrive non ha bisogno di riconoscimenti, coppe e medaglie. Malgrado ciò tanti sono i miei lettori nel canale you tube dedicato alla poesia, attualmente superano i 50.000. E’ gente evidentemente che vive di emozioni e partecipa il mio sentire come proprio. Mi premia il lettore che lacrima o sorride sui versi, che si commuove perché sente vibrare le proprie corde del cuore, non chi giudica con distanza e ostenta in modo irritante un'erudizione o una cultura più presunta che reale.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Alla mia età ormai il sonno non è più fluido e intenso, fatico a dormire. La notte si rappresenta opportuno momento di scrittura e creatività.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Murgia, Ferrante, Maraini, D’avenia, Piperno, Fallaci, Terzani, Baricco, Parrella, Ammanniti, Eco, La Greca Romano, ma preferisco gli sconosciuti…l’ultimo
 
Perché è nata la sua opera?
Perché si fanno piacevoli errori inevitabili.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Totalmente ha influito il mio paese, quello dell’anima, ormai tramontato, rimasto cartolina del cuore, annullato dalla massificazione turistico-balneare e dalla chiusura dei nuovi nati, incapaci di fare famiglia allargata.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Una piacevole evasione coi piedi saldi per terra. Un falso volo fra le nuvole.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto me stesso, come incontestabile verità rivelata
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Nessuno
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Non ho mai avvertito il bisogno di scrivere romanzi... Mi bastano le monografie, l’attività giornalistica, la creatività poetica e, in questo periodo, le narrazioni sulla politica e le attività e iniziative scolastiche.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Il libro elettronico o il libro digitale, è un libro appunto in formato digitale, apribile mediante computer e dispositivi mobili. La nuova generazione lo troverà conveniente. Io preferisco l’odore della cellulosa e la carezza alla ruvida carta avorio.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Gran bella cosa. Libri da ascoltare diffusamente e gratis però. I grandi romanzi della letteratura e della narrativa letti da grandi voci è sicuramente una cosa stimolante.

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