Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Non scrivo abitualmente. Questo è stato il mio unico libro. Quasi una necessità, un impulso determinato dall'inquietudine, dalla sensazione di essere sul punto di perdere qualcosa per sempre, che non è scritta sui libri di storia.
E' la vita di tante persone, ormai sepolte e dimenticate, senza le quali io adesso non sarei qui. E alle quali quindi appartengo. La sensazione è quasi di sofferenza, perchè non è facile passare senza soffrire in tanta sofferenza. Ma nello scrivere mi sono come liberato. È stato come riportare a galla, per poi rivedere ed archiviare in un altro modo, qualcosa che avevo dentro, ma dimenticato. Soffocato dai tanti impegni e problemi quotidiani. In un periodo in cui giocoforza ho avuto tempo per fare i conti con me stesso è emerso tutto. Era tutto già scritto. Il libro c'era già tutto nella mia testa. L'ho scritto freneticamente nell'arco di due mesi. Alla fine, quando ho capito di aver finito, mi è rimasto come un vuoto dentro, seguito da un periodo di profonda malinconia. Quando lo rileggo, malvolentieri, come ho fatto per metterlo a punto per la pubblicazione, rivivo le stesse inquietudini.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Non è autobiografico, ma dentro, in tutti i personaggi ci sono io.
Nella prima infanzia ho avuto la possibilita di vivere in un mondo arcaio, ancora per poco bloccato in una dimensione quasi primordiale, ormai persa inevitabilmente e giustamente per sempre. Molte situazioni sono emerse direttamente dai miei ricordi. Altre mi sono state raccontate da persone che le avevano vissute e ne portavano addosso le tracce, le cicatrici. Talvolta anche fisiche, ma soprattitto spirituali.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
L'ho già detto prima. È stata come una necessità. Fotografare un mondo che non cè più, per lasciare almeno una traccia di ciò che è stato alle nuove generazioni. Ma il messaggio finale, quello più importante, è " rispettiamo la vita ", in tutte le sue manifestazioni. Basta solo questo. Almeno cerchiamo di farlo. Mettiamocela tutta per farlo.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Le mie scelte non sono mai combattute. Valuto e poi decido in un attimo. Per istinto. Il titolo che per me andava bene era quello e quello è rimasto.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Per me tutti i libri sono belli. Leggo di tutto. Libri che sono in casa e che non avevo mai letto. Gialli, romanzi, storici. Quando inizio a leggere un libro vado sempre fino in fondo, anche per rispetto dell'autore. Scarto a priori quelli che hanno contenuti di volgarità, violenza o crudeltà, gratuiti.
Adesso sto leggendo un libro di Frederick Forsyth. Lo riapro con molto piacere, dove lascio una piccola piega nell'angolo della pagina, quando interrompo la lettura.
Ebook o cartaceo?
Nell' Ebook non si può fare la piccola piega nell'angolo della pagina.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non sono uno scrittore. Ho scritto solo un libro.
Come ho già detto è venuto fuori da solo.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Dalla rabbia, dall'inquietudine per quello che succede in questo mondo e la necessità di esprimerla in modo bisbigliato e non urlato. Che di urla se ne sentono fin troppe. E ogni anno succede sempre di peggio. Quando all'inizio dell'anno ci si augura Buon Anno, dicendo " speriamo che sia migliore ", penso " speriamo certo ", ma molto dipende da noi.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Soddisfazione. L'avevo scritto per me. Quando l'ho finito ho provato a seguire dei canali per la pubblicazione e mi sono sentito rispondere: "faccia un riassunto e ce lo mandi ". Ma come si fa a fare un riassunto di qualcosa che è già ridotto all'essenziale? "Ci sono più scrittori che lettori ". Ne ho fatto stampare poche copie, dove gli studenti si fanno stampare le tesi di laurea, e le ho tenute dentro una busta su una sedia per quasi un anno, senza aprirla.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
L'ho fatta leggere ai miei figli e ad alcuni parenti più stretti.
E basta.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È un ottimo supporto per chi ha difficoltà visive o di elaborazione della scrittura. Per gli altri no. Ognuno deve sviluppare la capacità di farsi una propria idea, trasformando la scrittura in immagini, suoni, sensazioni.
Purtroppo si è rilevato che molti giovani non riescono a dare un senso a quello che leggono, perchè non ci sono abituati. Hanno un prodotto bello pronto.
Una scorciatoia. Che senso ha sforzarsi? Così in ogni testa alla fine si può mettere tutto quello che si vuole