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10 Giu
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Intervista all'autore - Fortunato Palella -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Messina il 24 maggio 1954. Dopo aver conseguito la Maturità Classica a Messina mi sono trasferito a Torino per frequentare il Politecnico.
Mi sono laureato in Ingegneria Elettronica nel 1978. Da subito ho iniziato la mia attività lavorativa. Sono stato coinvolto in diverse realtà aziendali, anche all'estero. Sono felice di aver realizzato il mio grande sogno di svolgere la professione di ingegnere e di viaggiare per il mondo. Nel 1993, dopo aver accumulato una significativa esperienza professionale, mi sono dedicato alla crescita della mia società EDA, oggi un gruppo industriale multinazionale. Non ho mai deciso di diventare uno scrittore e non credo di esserlo. Lo scrivere è stato per me un modo per parlare alla mia anima, analizzando ed esternando i miei più intimi sentimenti. Ancora oggi sono attivamente impegnato per lo sviluppo del gruppo EDA.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La scrittura delle poesie non è relazionata ad un particole momento della giornata e dunque non è assolutamente programmata. Avviene semplicemente quando ho sentito forte la necessità di riversare in versi emozioni forti. E proprio per questo motivo che le mie poesie non sono distribuite in modo omogeneo negli anni ma concentrate in particolari momenti della mia vita.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Ad essere sincero la mia impegnativa attività lavorativa mi lascia poco spazio per leggere. Io amo molto la storia antica ed un mio autore preferito è Valerio Massimo Manfredi.
 
Perché è nata la sua opera?
La mia opera, che è una raccolta di poesie, nasce spontaneamente per esternare emozioni forti e condividere con me stesso sentimenti, passioni, riflessioni. Può essere definita un Dario. Il Diario delle mie Illusioni. La prima poesia è stata scritta all’età di 17 anni, quando ero stato ferito dalla prima delusione amorosa. Non volevo confidare con altri le emozioni e le sofferenze che stavo vivendo e mi è venuto spontaneo parlare a me stesso, trasferendo in poesia quando sentivo nella mia mente e soprattutto nel mio cuore.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Nella mia formazione letteraria hanno influito molto gli studi classici. Ovviamente il contesto sociale, le mie molteplici esperienze di vita ed i frequenti viaggi sono stati determinati per la nascita delle mie poesie.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambi. Scrivevo poesie perché ferito dalla cruda realtà ma anche per esternare le mie illusioni ed i miei sogni. Dare libero sfogo alla mia fantasia. Nel primo caso mi hanno aiutato a meglio sopportare i dolori delle delusioni. Nel secondo caso ad immaginare il mio modo e descrivere la continua ricerca della felicità delle passioni.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto. Sono sincere descrizioni degli eventi e soprattutto delle forti emozioni correlate. Per questo motivo ero molto geloso, soprattutto nel periodo della giovinezza. Adesso vivo quei omenti con maggior distacco e per questo ho ritenuto interessante pubblicarle in un libro.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Nessuno in particolare a parte la prefazione che è stata realizzata da una mia carissima amica, l'avvocato Cinzia D'Eramo.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Inizialmente le poesie erano gelosamente custodite perché mettevano a nudo i miei sentimenti, le mie passioni, le mie illusioni. Pertanto nessuno aveva avuto la possibilità di leggerle. Tra l'altro non erano ancora state organizzate in un libro ma erano tanti bigliettini custoditi in grande segreto. Adesso la mia gelosia è decisamente sfumata e spero che molti lettori si possano immedesimare nelle stesse emozioni da me descritte.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non ho molta esperienza in questa nuova tecnologia ma credo possa essere vincente. Ormai tutto si sta convertendo in un mondo digitale.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ritengo che leggere un libro sia in formato cartaceo che elettronico sia il modo più interessante ma in certe situazioni l'audiolibro può fornire un modo diverso ed interessante.

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