Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Ho sposato mio marito Luciano Dacquati, giornalista del quotidiano "La Provincia" di Cremona, ed in seguito de "La Libertà" di Piacenza. In ognuno dei due è stato direttore.
Lui cremonese doc, convinto che nelle sue vene scorresse l'acqua del Po invece che sangue, ha condotto per anni una trasmissione radiofonica che parlava di tradizioni e di dialetto. Gli ascoltatori mandavano, con lettere di carta perché le e-mail non c'erano ancora, tutto quanto ricordavano: tradizioni, modi di dire, preghiere e...favole, tutte cose che mio marito leggeva in radio, ma...la parole volano, per cui ha sentito la necessità di fissarle sulla carta; ecco così nascere molti libri sulle nostre tradizioni.
Purtroppo è venuto a mancare nel 2010, quando aveva ancora molte cose da dire; così mi son sentita in dovere di farlo al suo posto avendolo aiutato per anni a raccogliere tutto il materiale possibile.
Le favole erano il mio pane quotidiano, avendo avuto cinque figli in sette anni, per cui mi era facile favoleggiare. Per diverso tempo ne ho scritte di nuove, mie, ma ho constatato che ce ne sono così tante...che il mondo non sentiva il bisogno delle mie, così ho aperto il cassetto ed ho rispolverato quelle dei nostri nonni. Ed essendo, oggi, bisnonna, ho pensato che alla mia nipotina facesse piacere conoscerle.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Ogni momento è sempre quello giusto, l'importante è rispettare la vecchia regola che dice "prima il dovere poi il piacere", quindi si riordina casa poi si scrive.
l suo autore contemporaneo preferito?
Forse sono anomala, non leggo romanzi perché non ne ho il tempo, preferisco leggere saggi dove posso imparare. Mi piace la storia e ogni nozione sull'erboristeria.
Perché è nata la sua opera?
Perché i bambini di oggi sappiano cosa leggevano i bambini di un tempo.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
È difficile riconoscere quanto ha influito...nei romanzi apprezzo certe descrizioni, ma preferisco ascoltare le storie vere delle persone che incontro. Di sicuro ha influito il ricordo di mia madre che, ricamando, raccontava e raccontava...
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
La realtà preferisco ascoltarla dal vivo dalle persone vere.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è la voglia di raccontare con la voce vera creando quell'atmosfera magica che sapeva creare mia madre-
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Fondamentale...no, ma mi ricordo una piccolina che mi ha chiesto il permesso di intervenire durante il racconto di un drago che viveva in un lago della Lombardia, ero vestita da trovatore... mi ha detto "Ma tu non sei così vecchia d'aver conosciuto il drago..." Nella sua testolina deve aver fato i suoi conti.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
....in pratica a nessuno, ma da tempo, ora una ora l'altra i miei figli conoscevano le favole che ho proposto nel libro.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sinceramente spero di no! Il fascino del libro che carta è impagabile, il suo profumo, il fatto di toccarlo, di annotare le nostre sensazioni. L'ebook è un 'coso' che non mi piace.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ho registrato la lettura di libri come donatrice di voce, ma l'ho fato per i non vedenti. Diversamente non ne vedo l'utilità.