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19 Mag
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Intervista all'autore - Tita De Stalis -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono un montanaro della Carnia, quindi figlio di una terra avara ma assai bella, che osservo tutti i giorni come fosse la prima volta.
Mi sento prima di tutto carnico, poi friulano e quindi italiano, con tutti i vizi e le virtù che ne conseguono. Sono innamorato della mia lingua, che difendo con le unghie e con i denti. La mia cultura è medio bassa e l'idea di diventare scrittore, non mi aveva mai sfiorato. Un giorno decisi di scrivere qualcosa per i posteri, per i miei nipoti e pronipoti in particolare, affinché potessero sapere chi era il loro nonno ed il loro bisnonno, e cosa aveva fatto e come aveva fatto nella vita Il pensiero di farne un libro non mi aveva neppure sfiorato, lo faranno i miei eredi, se lo vorranno, anche perché non vado tanto per il sottile e qualche personaggio lo prendo di mira. Son un anticonformista incallito e non posso smentirmi.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento particolare per mettermi alla tastiera, a volte lo faccio quando c'è qualcosa che stimola la mia fantasia, oppure per commentare fatti ed episodi ricorrenti (Diario)
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non sono un divoratore di romanzi, preferisco la lettura dei giornali. Amo la storia, ancorché romanzata, tant'è che la mia biblioteca è ricchissima di quel tipo di romanzo, do la preferenza agli autori della mia zona (Carnia-Friuli) in quanto li sento più vicini alla mia realtà. Degli autori italiani contemporanei, so ben poco, mi sono fermato a quelli del rinascimento.
 
Perché è nata la sua opera?
A prescindere dal fatto che è lungi da me dal considerarla "Opera", penso di aver già dato una risposta in proposito, si è trattato solo del desiderio di trasmettere ai posteri le esperienze accumulate negli anni, dalla fanciullezza alla maturità, dal ruolo di padre a quello di nonno e bisnonno.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Non ho idea se posso considerarla "formazione letteraria" quel poco che riesco a scrivere, in quanto mi sono limitato a raccontare fatti di vita vissuta, di come i miei genitori mi hanno forgiato e di come ho poi affrontato la vita, ovvero con forza e coraggio, battagliando su tutti i fronti, in particolare su quello politico
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Decisamente un modo per raccontare la realtà, direi un'esigenza
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto, senza tema di smentita!
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
No assolutamente, sono uno spirito libero e mantengo quella prerogativa anche se mi sto avvicinando alla novantina.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A nessuno, i primi a leggerlo è stato l'Editore o i suoi collaboratori
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non so di cosa si tratta

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