Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In verità ci sono molte parti del libro ispirate a fatti personalmente vissuti. Credo che per rendere un romanzo avvincente e nello stesso tempo il più realistico possibile, non sia sbagliato prendere spunto da situazioni realmente accadute e gettare le basi per poi costruire ad arte tutta una trama fantasiosa ma nemmeno poi troppo.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Le racconterò brevemente come è nata l'idea e le sensazioni provate. Come lei già sa, sono sposato e padre di tre bambini. Più di un anno fa, persi il lavoro da vice direttore presso un’azienda governativa israeliana di cyber security da cui, dopo avermi fatto lavorare per sei mesi senza percepire stipendio, venni licenziato nonostante il "periodo COVID" non lo permettesse. Mi venne detto che l'azienda era stata assorbita da un’altra azienda governativa con licenza di guerra in Israele, ma mi rassicurarono dicendomi che sarei stato assunto direttamente dall'ambasciata israeliana a Roma e che quindi non sarei rimasto a casa a lungo. La realtà fu decisamente diversa. Non mi diedero ne gli stipendi arretrati, né tantomeno il TFR che mi spettava, oltre a prendermi continuamente per i fondelli, rimandando di giorno in giorno il mio presunto inizio lavorativo presso l'ambasciata, comunicandomi tutto tramite email e senza mai degnarsi di concedermi almeno un incontro con qualcuno che mi potesse spiegare chiaramente come stessero le cose. Rovinato nelle finanze ed estremamente affranto nell'animo, con la mia terza bimba di appena dieci giorni di vita, mi rimboccai le maniche come già fatto innumerevoli volte nella vita dopo aver subito delusioni cocenti e me ne tornai a lavorare nei cantieri a giornata. Determinante fu l'immenso amore della mia famiglia, che mi permise di reagire e mettermi alle spalle una situazione tanto pesante ed opprimente. Proprio durante una passeggiata con loro, mia moglie ebbe l'intuizione di convincermi a scrivere un qualcosa sulle innumerevoli vicende che hanno caratterizzato la nostra vita, specialmente in quell'ultimo periodo. Questa mia opera, ha perciò significato un'altra rinascita da un periodo buio e nel vederla completa ed edita, l'ennesimo trionfo del sentimento sulle avversità della vita.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è venuta da se durante la stesura del testo. L'unica incertezza stava nell'utilizzare parole inglesi. Ho avuto per un istante il dubbio che potesse fuorviare troppo il lettore o far credere addirittura che si trattasse di un romanzo straniero, ma in fin dei conti, ritengo che sia un titolo d'impatto e che non lasci intendere nulla della trama effettiva del libro.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
"Aleksandros il figlio del sogno “di Valerio Massimo Manfredi. In realtà tutta la trilogia compresi "le sabbie di Amon" ed "Ai confini del Mondo", se si potessero valutare come un’unica opera sarebbero senza dubbio nel mio bagaglio. Credo che Valerio Massimo Manfredi sia stato davvero l'unico ad essere riuscito a descrivere in maniera ineccepibile e romanzesca, tutta l'esistenza del più grande condottiero della Storia. Un personaggio dalla complessità impressionante, tormentato dalla sua stessa grandezza fin dall'infanzia e devastato da una modernità e propensione verso un futuro totalmente inconcepibile per l'epoca e forse anche per i nostri tempi. L'autore è riuscito nell'impressionante impresa di descrivere fatti storici realmente accaduti, senza cadere nella banalità o nella noia di descrizioni troppo pompose degli eventi. Un’opera di un grande maestro che consiglio a chiunque di leggere e rileggere per comprenderne a fondo tutte le sfaccettature.
Ebook o cartaceo?
Ritengo che nessuna tecnologia possa donare il piacere di sfogliare le pagine cartacee di un buon libro.
Apprezzo moltissimo la comodità di poter avere sempre a disposizione una biblioteca sul palmo di una mano, ma personalmente ritengo che la stampa dia una soddisfazione molto più ampia.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Come già accennato nelle risposte precedenti, avvenne per caso, come valvola di sfogo da un periodo nero da cui stavo lentamente uscendo. Iniziai verso la metà di maggio del 2021 dal giorno in cui scrissi la prima frase, ogni sera prima di dormire aggiungevo parti, capitoli interi o anche solo qualche ampliamento a dialoghi o descrizioni già scritte. In circa quattro mesi sono riuscito a buttare giù la mia storia.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea fu semplice. Essendo una persona estremamente fantasiosa ed avendo vissuto una vita ancora breve ma davvero movimentata e credo davvero non banale, ho pensato di mixare le due cose. Ricordo perfettamente che durante la scrittura del testo, continuavo a ricevere email da indirizzi che dovevano appartenere al consolato israeliano a Roma, che rimandavano costantemente sia la data dei pagamenti dei miei stipendi e TFR arretrati, sia l'inizio del mio servizio presso la loro struttura. Non so cosa sia scattato nella mia mente, ma ad ogni messaggio, idee nuove prendevano vita e cominciavo a fantasticare e buttare giù frasi, battute e dialoghi. Un aneddoto carino mi è capitato quando una cara amica di mia moglie, dopo aver letto il libro, cominciò a chiamare la mia compagna con il nome della moglie di uno dei due protagonisti del racconto. Aveva immedesimato perfettamente il personaggio narrato con la sua compagna in me e mia moglie, fu divertente.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Appena digitato l'ultimo carattere ed aver sussurrato la parola "finito", un brivido è partito dalla nuca ed ha invaso tutta la schiena scendendo giù verso il basso. Una sensazione mai provata prima, nuova e del tutto inaspettata. Avevo come la consapevolezza che nel bene o nel male avevo comunque creato un qualcosa di unico e che per molti o pochi, avrebbe potuto lasciare un segno.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia moglie. Quasi la costrinsi a leggere le pagine di Word che avevo buttato giù in quei quattro mesi. In fondo fu lei a spronarmi e darmi l'idea. Il tempo che utilizzai per realizzare l'opera, era tempo sottratto alla mia famiglia. Volevo assolutamente che la compagna della mia vita, colei con cui ho condiviso tutto per sedici anni e che mi ha donato le tre gioie più grandi della mia vita, esprimesse per prima il suo parere su questa mia nuova avventura. Non avevo bisogno di un parere tecnico o di un correttore, volevo capire se il testo arrivava dove volevo che arrivasse. Correzioni, imperfezioni o pareri da persone distaccate, le avrei considerate nella fase successiva.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ritengo sia un qualcosa di assolutamente meraviglioso e spero di poterne far realizzare uno con il testo del mio "Real Virtual Blood" al più presto.