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BookSprint Edizioni Blog

22 Feb
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Intervista all'autore - Francesca Guerrera -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Ho scelto di essere una scrittrice quando avevo 13 anni. Io, inizialmente non sapevo esattamente come avrei cominciato poiché non pensavo di possedere le basi. Infatti non è stato facile sia da un punto linguistico, stilistico e di editoria. A ogni modo qualcosa dentro di me diceva che dovessi proseguire e che questa fosse la mia strada e vocazione. La mia famiglia mi ha sostenuto, spingendomi a continuare in questo ramo difficilissimo. I miei studi si sono rivelati prioritari anche in seguito dopo il diploma. La mia passione per la 'Letteratura' e altre materie umanistiche mi ha spronato a studiare interminabilmente e ancora adesso mi dedico anima e corpo alla scrittura. Per quanto abbia avute molte critiche, difficoltà, trovando ostacoli a volte insormontabili non mi sono mai arresa. Anzi, credo che mi abbiano fortificata e fatta maturare. Inoltre ha costruire il mio percorso artistico, scoprendo una parte di me sconosciuta. In pratica da questo cammino sono nati tanti progetti.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il tempo, penso che in questo caso diventi irrisorio. Non si può stabilirlo con certezza. Ogni attimo può diventare buono per farlo. In genere amo stilare i miei scritti in biblioteca. Si tratta di un luogo particolare, trattandosi di un edificio antico che possiede un certo potere e ascendente e allora quando non lavoro mi reco come quando frequentavo le scuole Medie per stare nella mia pace personale di concentrazione. O se no in ultima analisi di notte accade inesorabilmente. In estate soprattutto mi capita di svegliarmi nel cuore della notte e di comporre. I pensieri adoro collocarli sulla carta. L' idea della penombra della mia casa o seguire il risveglio del giorno riescono a evocare idee nuove nella mia mente.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Per quanto sia un’appassionata lettrice fin da bambina non ne ho uno in particolare. In più non leggo 'Letteratura' moderna sia per tempo che per preferenza. La mia formazione posso dire è stata attraverso le letture dei grandi scrittori della 'Letteratura' mondiale che per me sono stati indispensabile. Ha 8 anni iniziai a leggere Dumas. In seguito arrivarono Mason, Wallace, Verga, Mann, Proust. La mia perdizione restano i classici.
 
Perché è nata la sua opera?
Il romanzo 'Il duca nero' è stato un esperimento. Non potevo prevedere che sarebbe stato pubblicato e che avrebbe vinto dei primi come la coppa nazionale. Il testo possiede più di venti anni e non posso ancora credere che sia riuscita a comporlo. A ogni buon conto è sorto a motivo che volevo darmi un’opportunità. Non a caso tratta tematiche complesse da affrontare. Per un autore non è mai facile scrivere, considerando che trattando argomenti di un certo spessore, avendo timore di sbagliare. Non per niente parla di criminalità, Aids, droga, prostituzione per quanto in linea tradizionale. E poi doveva raccontare la società anche al di la della finzione scenica attraverso il falso perbenismo.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
A mio giudizio tantissimo. Tuttavia sono nata e cresciuta in una famiglia di lettori. E, poi seguendo le produzioni storiche. In genere non seguo nemmeno la televisione attuale. D' abitudine, se ho la possibilità guardo i vecchi serial-tv, ma del secolo passato. La mia preferenza è varia e passo dai film in bianco e nero a quelli di Totò. E, poi naturalmente ai prodotti anni 60',70',80' e 90'. La mia personalità è contro corrente a quest' epoca. In verità è sempre stato così. Mi piace scoprire il passato degli edifici, oggetti, mobili e dei vecchi scritti. Io, credo che non avessi svolto questo mestiere sarei diventata una disegnatrice e sceneggiatrice di fumetti.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
A mio avviso entrambe. La scrittura per quanto possa diventare persino una missione è un aiuto terapeutico. Essa può aiutare a superare molti stadi dell’esistenza.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
A mio dire una minima parte. I personaggi di un romanzo inoltre si evolvono con il tempo. In Vittoria Logan è presente forse il mio carattere, i gusti personali e in certe occasioni agisce seguendo ragione e istinto. A mio parere nei miei libri o racconti primeggia la mia particolarità per gli abiti, accessori di scena, valendo per la lettura. Mi piace che chi fa parte dei miei lavori di scrittura possa essere abbigliato in un certo modo, rimanendo conforme alle mie esigenze. E, poi le uniformi di polizia non ne parliamo. Le divise devono rimanere impeccabili. Si tratta credo di una deformazione professionale, rimasta da quando ero bambina e leggevo 'Diabolik'. La cura che ha sempre messo l’’Astorina' nelle sue storie deve avermi influenzato che tutto deve apparire come se fosse reale. Le sorelle Giussani possedevano quel tocco in ogni ambito e mi è rimasto dentro.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Si. Si è rivelato importante, dandomi anche idee nuove da applicare ai diversi soggetti dei miei intrecci.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A nessuno in particolare. Per carattere preferisco non mostrare i miei lavori fino che non sono pubblicati. Il mio riserbo è notevole come nel resto e deve rimanere nel mistero. Un po' anche la mia grande prerogativa dei miei romanzi.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Per essere sincera non ho un’idea ben precisa a riguardo. Da parte mia, leggendo solo il cartaceo non mi sono mai posta il pensiero però potrebbe rivelarsi decisivo.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
In merito a questo quesito sono ottimista. In passato mi è capitato di prendere in biblioteca a Borgomanero 'Il gattopardo' e 'Cuore di tenebra' per provare a capire. L'opera magnifica di Tomasi di Lampedusa è stata un’esperienza spettacolare ed esaltante come la seconda. Mi ha colpito positivamente e penso per quanto li abbia letti altre volte questi capolavori mi hanno permesso di comprendere maggiormente la loro profondità e corrente di pensiero. La personalità del principe di Salina è altamente più sconcertante nella sua complessità non solo stilistica, rendendola più affascinante.

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Martedì, 22 Febbraio 2022 | di @BookSprint Edizioni

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