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22 Feb
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Intervista all'autore - Sergio Bissoli -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ho scritto: Autobiografia di uno scrittore. Qui rispondo a molti interrogativi, ma non a tutti, poiché la creatività è un mistero anche per me. Ho deciso di diventare scrittore all'età di 11 anni. Nel corso degli anni ho combattuto contro questo bisogno di scrivere, perché mi impediva di avere una vita normale. Cioè un lavoro redditizio, una moglie, una casa, una vita normale. Dopo molte alternanze, ha vinto lei, la passione per lo scrivere. Adesso sono molto contento che sia andata così perché mi sento realizzato. Il lavoro per il quale sono nato è a buon punto.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
No. Non esiste un momento. Il bisogno di scrivere arriva da solo, nei momenti più impensati e inopportuni. Mentre sono a letto, mentre sono in bagno, mentre sono in viaggio. Per questo porto sempre con me un quaderno e penna. Se non scrivo subito, l'ispirazione passa e dimentico tutto. Non posso rimandare.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Sono molti... e poco conosciuti... Max Dave, Morton Sidney, Paul Carter, Frank Graegorius, Red Schneider, Dough Steinere, Harry Small...
 
Perché è nata la sua opera?
Non lo so. Jung scrive: Il mistero della creatività non può essere spiegato. Può solamente essere descritto.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Certamente molti scrittori mi hanno insegnato a scartare, a scrivere, a trovare il mio stile, a scegliere e valorizzare un determinato ambiente che mi attrae. Un lungo percorso. La scuola non mi ha dato nulla. Gli scrittori li ho scoperti da solo, cercando nelle librerie, nelle edicole e leggendo di tutto, quando ero giovane.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Nessuna evasione. Descrivo la realtà. Ma con la mia sensibilità di scrittore (direi quasi di veggente) descrivo una realtà profonda, tenue, nascosta, che l'osservatore comune non riesce a percepire.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Io sono la mia opera.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì, ogni opera ha un punto di partenza che innesca il processo creativo. Una o più persone o luoghi o emozioni. Ma è impossibile risalire alla radice. La radice sta nell'inconscio, che Jung definisce: Il regno delle Madri.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Nessuno
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sicuramente l'ebook affiancherà il libro cartaceo e forse lo supererà. Impossibile da prevedere adesso.
Per ora ringrazio l'amico Editore Vito Pacelli che ha fatto un eccellente lavoro. Per merito suo la mia opera adesso non è più un manoscritto, ma un vero libro.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ottima. Importante che ci siano le voci giuste e il commento musicale intonato al genere del testo. Negli anni '50 alla radio c'erano dei bellissimi radio drammi, recitati stupendamente. Ne ricordo qualcuno: La macchina gialla. Il tulipano nero. Erano a più voci, corredati di musica e suoni.

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