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BookSprint Edizioni Blog

08 Feb
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Intervista all'autore - Rita Clemente -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata a Lecce, dove ho vissuto fino a 15 anni, poi, per esigenze di lavoro di mio padre, ci siamo trasferiti a Brindisi, dove ho vissuto fino a 29 anni. In seguito, avendo vinto un concorso nelle scuole superiori, mi sono trasferita a Perugia, dove ho vissuto per sette anni. Quindi mi sono trasferita a Torino, dove mi sono sposata. Adesso vivo a Chieri, un ridente paesino collinare a 25 km da Torino.
 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Avendo fatto l'insegnante, ho sempre consigliato dei libri da leggere ai miei allievi. Uno degli ultimi che ho consigliato è stato "Il cacciatore di aquiloni" di Khaled Hosseini. Una splendida storia di amicizia tra due ragazzi afghani di etnia diversa.
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Io penso che ogni strumento nuovo sia sempre un'opportunità in più. Oggi un e-reader può contenere moltissimi libri, quindi tutto spazio risparmiato, perché alla fine è bello avere una libreria, ma lo spazio domestico è comunque limitato. Detto questo però, io mi auguro che il vecchio, caro libro in cartaceo non venga mai a mancare. Intanto perché è un oggetto che si può manipolare, su cui si può "lavorare", con note al margine, sottolineature di citazioni facili da reperire ecc. Poi perché il gusto che dà il libro in cartaceo, anche bello da vedersi, non lo può dare l'ebook. Infine perché molte persone, soprattutto anziane, non si abitueranno mai all'ebook. E vogliamo privarle del piacere della lettura?
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Mah! Per me è stato più che altro un gusto che ho scoperto gradualmente. I sentimenti da "colpi di fulmine" possono anche svanire nel nulla dopo breve tempo. Ma se un gusto persiste e resiste è sicuramente amore ponderato!
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Bella domanda! In realtà, l'idea di questo romanzo, all'inizio, era solo quella di scrivere un racconto, un semplice racconto, di una coppia in crisi che si trova a dover vivere una situazione storica terribile (es. una guerra nucleare). Poi da quella storia ne sono nate altre, con altri personaggi, in diverse parti del mondo e si sono collegate insieme in un inestricabile intreccio. Più volte ho pensato che il romanzo si sia come fatto da sé, perché non avevo nemmeno io in mente un piano preciso di narrazione, ma questo è venuto creandosi un po' per volta, come ho detto, perché da una storia ne germinava un’altra.
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Vorrei che fosse il lettore stesso a trarne fuori i messaggi che ritiene utili e opportuni per sé. Io dico solo che il finale, per quanto possa sembrare "apocalittico" in realtà è un finale "aperto" perché sussiste una piccola comunità di giovani che potrebbe dare inizio a una nuova storia dell’umanità...
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Io scrivo poesie dall'età di 12 anni e non ho ancora smesso. Con la narrativa (a parte un racconto scritto quando frequentavo ancora le scuole medie) ho preso confidenza più tardi. Ma i miei veri e propri racconti e romanzi li ho scritti dopo essere andata in pensione. Ad oggi, ho pubblicato due libri di narrativa e cinque di poesie. Ma il "romanzone" è l'opera che davvero raccoglie tutte le mie ambizioni di scrittrice, qualunque possa esserne il risultato.
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Intanto, il romanzo è stato scritto nel corso di sette anni, con periodi alterni di ispirazione e di blocco. Ricordo solo che mi è stato di grande aiuto proseguirne la scrittura durante un periodo di forzata inattività, a causa di un intervento chirurgico. Quello che mi ha colpito però è stato davvero un effetto di grande stupore, dopo averlo scritto. Infatti ho terminato di scriverlo nel 2019. Nel 2020 è iniziata la pandemia da covid. Il mio stupore è nato quando ho visto che molti effetti sociali scatenati dalla pandemia io li avevo già raccontati nel romanzo, senza saperne niente!
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Come ho già detto, ho avuto periodi di blocco. Ma era la narrazione stessa che poi finiva per prendermi la mano e mi spingeva ad andare avanti! A un certo punto ho dovuto, in qualche modo, "costringermi" a finirlo!
 
Il suo autore del passato preferito?
Io amo molto la grande narrativa ottocentesca, le grandi opere di Leone Tolstoj, Victor Hugo, Charles Dickens. Ma lo scrittore da me preferito in assoluto è Fjodor Dostoevskij (che viene ricordato anche nel romanzo).
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Come ho già detto, ogni nuovo strumento è un'opportunità. L'audiolibro è molto utile anzitutto per chi non può leggere o lo fa a fatica per problemi di vista. Poi, è utile perché si può ascoltare un libro anche facendo altro (e in questa epoca siamo tutti multitasking!). Però, finché è possibile, la lettura diretta è insostituibile.

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