Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Scrivo in qualsiasi momento della giornata; appena ho anche due minuti liberi, apro l’app delle note sul mio telefono e inizio a scrivere qualunque cosa vedo attorno, una specie di brain-storming. Quando sono a casa, nel pomeriggio, dopo lo studio, riordino le mie idee e scrivi pagine intere di miei pensieri.
Il suo autore contemporaneo preferito?
La mia autrice contemporanea preferita è Anna Todd, autrice di After. Quando ero alle medie sentivo sempre parlare di questo libro, allora ho chiesto a mia mamma di regalarmelo per Natale. Qualche mese dopo aver finito il primo, mia zia in vacanza in Toscana mi regalò il secondo volume e mi comprai il terzo e il quarto quando andai in gira a Torino in terza media. Mi sono appassionata alla scrittura di Anna ed ho iniziato a sperare di riuscire a scrivere un romanzo, proprio come lei. Ora ci sono riuscita, ma lei continuerà sempre ad essere il mio esempio più grande.
Perché è nata la sua opera?
Quest'estate mi sono ritrovata a dover vivere momenti di estrema solitudine, dovuti alla fine del mio primo vero amore, e alla chiusura di rapporti di amicizia che ritenevo fondamentali. In un attimo mi sono ritrovata senza alcun punto di riferimento, non sapevo con chi parlare di quello che provavo e del mio sentirmi sola. Mi ricordo che entrai in camera, dopo quella giornata e vidi un quaderno sulla scrivania: quel giorno decisi di scrivere "un disegno fatto in riva al mare"
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
A mio parere, il contesto sociale nel quale vivo, ha influito molto poco nella mia opera, perché il mio romanzo si basa principalmente sui valori dell'amicizia e dell'amore, e credo che queste due cose, queste due entità astratte, non cambino mai. Se si pensa ai nostri nonni, e all'amore che provavano l'uno per l'altra, possiamo notare come sia esattamente identico a quello che ora provano due ragazzi o due adulti. E così l'amicizia.
Certo, ora tutti si lasciano, ora non si è più in grado di superare quelle difficoltà che i nostri nonni erano in grado di provare, ma se si pensa all'amore in generale, esso non è cambiato, così come il bene che può esserci tra due individui
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è un modo per scappare dalla realtà, per sognare un qualcosa che in quel momento non si ha, qualcosa che si sogna ma per qualche motivo più grande dell'essere umano, non si riesce a raggiungere.
Ma ci sono anche giorni in cui si ha bisogno di sfogarsi senza essere giudicati, ed è lì che la scrittura diventa un metodo per raccontare la realtà.
La scrittura per me è la miglior terapia, non c'è medicina o seduta psicologica che sia piú adatta a ripartire.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Questo romanzo nasce dalla necessità di trovare un angolo di spazio, un attimo al di fuori della realtà. In questo romanzo ho riportato tutto il mio ultimo amore, tutte le lacrime che mi ha fatto versare e i sorrisi che mi ha donato.
La storia di Beth e Emy e Valentina è il rapporto che ho con le mie due migliori amiche e il rapporto tra Valentina e Samuel è il rapporto che io ho con un ragazzo molto importante per me.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sono diverse le persone che hanno contribuito alla stesura della mia opera
Mia mamma, sopra tutti; ricordo le notti passate a copiare il romanzo al PC per mandarlo alla casa editrice, lei dettava e io scrivevo. Sono momenti che porterò sempre con me.
Poi c'è il mio ex ragazzo; senza lui questo romanzo non avrebbe proprio preso forma.
Federica, la mia migliore amica; diverse volte ho pensato di non concludere il romanzo, di buttare tutto quello che avevo fatto, ma lei mi chiamava e mi diceva che se non sapevo che scrivere era solo perchè dovevo ascoltare altra musica e guardare ancora serie TV. Questo romanzo è anche suo
E poi c'è Niccolò Moriconi, in arte ultimo, che il 4 luglio mi ha insegnato che non devo mai smettere di credere alle favole e di non mollare mai, di non rinunciare mai a un sogno.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Mamma è stata la prima perché mi serviva qualcuno che mi dettasse il testo per trascriverlo su wattpad, ma non lo ha mai letto per intero, o almeno non ancora.
Poi lo ha detto mio zio,; quando tornò da Milano, lui vive lí, gli feci leggere un capitolo e mi disse di continuare e di pubblicare il libro
E poi c'è Syria, una mia amica; una sera è venuta a cena da me, e vide il quaderno e mi disse: “ma stai scrivendo un libro?" e gli lessi i primi 5 capitoli, fino all'incontro di Valentina e Francesco
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Preferirei che l'eBook non si sviluppasse più di tanto, perché tale sviluppo porterebbe a un aumento dei prezzi dei libri cartacei, ed esso porterebbe le persone a comprarne sempre di meno.
Poi parliamoci chiaro, i libri cartacei sono tutta un'altra cosa; io quando leggo ho bisogno di evidenziare le frasi che più mi colpiscono, di cerchiare le parole di cui non conosco il significato e questo un ebook non lo permette.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non deve essere una cosa da preferire a un ebook o a un libro cartaceo. Esso può e deve essere assolutamente usato da persone che non possono leggere per disabilità fisiche (i non vedenti) ma non deve essere usata da adolescenti o bambini, e adulti, che invece possono leggere.
La lettura permettere di scrivere e parlare meglio, e questo è fondamentale in un'epoca in cui bisogna saper esprimere la propria opinione soprattutto attraverso il linguaggio.