Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Poco dopo la fine degli studi superiori ho iniziato ad interessarmi agli aiuti umanitari ed alla solidarietà tra i popoli. Questo mi ha portato a viaggiare dall'Africa, all'Asia, dai Balcani al Medio Oriente.
Negli ultimi anni è nata in me la voglia di raccontare questa mia esperienza che per me è fantastica. Così gradualmente è maturata l'idea di mettere sotto forma di romanzo la storia delle esperienze vissute.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho dei momenti precisi, scrivo quando sento di avere lo stimolo giusto e le condizioni in cui mi trovo lo permettono.
Ecco quindi che mi trovo a scrivere la mattina dopo colazione, oppure prima di pranzo, se non nel pomeriggio o la sera.
Il punto fondamentale è avere il tempo per farlo e far coincidere questo con il giusto stimolo.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Devo dire che ce ne sono diversi.
Mi piacciono i racconti di Ozpetek ed i gialli di Cristina Cassar Scalia che raccontano della mia terra
Inoltre sto scoprendo gli scrittori di romanzi giapponesi, contemporanei e non.
Perché è nata la sua opera?
Negli ultimi anni mi è nata la voglia di mettere per iscritto le esperienze della mia vita all'estero.
Non volevo fare una semplice raccolta di fatti od un trattato sulle tematiche internazionali, ecco allora che la forma del romanzo mi è sembrata quella migliore.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Credo che i contesti sociali nei quali sono vissuto e vivo abbiano influito tantissimo nella mia formazione letteraria. L'attenzione alle dinamiche sociali sotto tutte le sue forme mi ha sempre attratto. In modo particolare mi ha sempre affascinato come il fattore culturale possa essere determinante in molte questioni. Questo l'ho visto di personale nei paesi dove ho lavorato, è importantissimo il rispetto culturale e il conoscerlo perché spesso esso è la chiave di accesso e comprensione a molte questioni che in certi casi vanno modificate
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Ma credo entrambi. Quando si scrive ci si riferisce alla realtà ma la si ambienta nel proprio contento e questo è il bello della scrittura perché lascia ampio spazio a chi scrive e soprattutto a chi legge che può avere benissimo un'interpretazione diversa dall'autore.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Di ei molto anche se la storia è inventata come inventati sono i personaggi
Però avendo come scopo il libro di raccontare la mia esperienza, sicuramente ha molto di quanto ho vissuto.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Non in modo particolare, tuttavia quando parlo con amici e colleghi, capita spesso di sentirsi dire "ma con l'esperienza avuta potresti scrivere un libro!"
Forse il sentirmelo dire tante volte ha avuto il suo peso.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
I primi a leggere il mio racconto sono stati mia moglie ed i miei figli ed i loro commenti sono stati decisamente importanti nell'impostazione del racconto e nel darmi lo stimolo giusto a scriverlo.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non lo so, me lo chiedo anche io. Per una persona della mia generazione la forma cartacea di un libro è molto importante. Tuttavia riconosco che nelle nuove generazioni l'ebook è molto usato.
Non credo però che il libro su carta scomparirà, almeno nel medio periodo.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Questa è una frontiera interessante. Conosco diverse persone che usano questo nuovo strumento e ne sono contente.
Io non lo uso, per il momento, ma da quanto ho capito è particolarmente pratico per chi fa attività sportiva, lunghe camminate o vuole anche solo rilassarsi.