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BookSprint Edizioni Blog

16 Dic
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Intervista all'autore - Anna Ackermann -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere rappresenta, per me, una pausa della giornata; un modo per estraniarsi dalla quotidianità e riuscire a vivere una vita virtuale nella quale mi trovo a mio agio e posso gioire o piangere insieme ai miei personaggi. È anche, a volte, un momento di introspezione, che porta ad una maggiore analisi delle varie situazioni
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Sicuramente nei nostri scritti c’è molto della nostra vita, perché, seppure non scriviamo in prima persona, le emozioni che descriviamo sono spesso le nostre. Del resto è più facile descrivere qualcosa che abbiamo dentro, piuttosto che qualcosa che è estraneo al nostro vissuto.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere Michelle è stato un prendermi per mano e dimostrarmi che il mondo e le persone, inclusa me stessa, potevano essere illuminati di una luce diversa, scoperti e riscoperti in un significato diverso, non necessariamente più profondo, ma, per me, più positivo, più "armonioso"; un inno alla vita e alla ricerca di sé nel prossimo.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta era in un certo qual modo, obbligata ad un nome di donna e, a mio modesto avviso, il nome Michelle rappresentava meglio la protagonista. Sicuramente, scegliere un titolo non è mai un "compito" facile: d'altronde, con un mercato così saturo, è sempre una battaglia tra esigenze di marketing e volontà personali.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Il libro che ha suscitato in me particolari emozioni è, forse perché legato ad un periodo particolare della mia vita, “Unica”, della scrittrice E.J.Allibis. Sono sicura che porterei entrambi, libro e scrittrice, nel mio "esilio" sull'isola; Allibis è riuscita, con il suo racconto fantasy, a convincermi che, davvero, la lettura di un libro può distoglierti dai problemi quotidiani, a donarti "una pausa di pura serenità".
 
Ebook o cartaceo?
Io preferisco il libro cartaceo, anche solamente l’odore della carta, dei fogli mi danno una sensazione indescrivibile. Sicuramente l’ebook ha i suoi vantaggi: ci permette di portare in vacanza, per esempio, una grande varietà di libri, senza alcuna fatica di peso o fastidiosi problemi di spazio. Certo, per me, il libro cartaceo è insostituibile
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Parlare di scrittrice mi sembra molto generoso, diciamo che ho deciso di intraprendere il lavoro di "scrivente" quasi per pura distrazione, in un momento in cui il sopruso, di qualunque natura esso fosse, incominciava a consumarmi dentro. Avevo bisogno, io stessa, di capire il perché di tanta malvagità; una sorta di ricomposizione di un puzzle che mi chiarisse che cosa stesse veramente accadendo al mondo.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L’idea è cresciuta nel tempo; volevo parlare della malvagità che c'era in alcune persone e del bello che vedevo in altre. Ecco, sicuramente io sono una persona molto sentimentale, lo noto ogni volta che leggo le righe che scrivo. Alle volte, forse lo sono un po' troppo; dello scrivere questo libro, una cosa che non potrò mai dimenticarmi è la costante lamentela a proposito fatta dai miei figli, specialmente i maschi: "mamma, ma che noia questa Michelle!".
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Sicuramente è una sensazione meravigliosa; va oltre a quello si potrebbe comunemente pensare. Scrivere un libro, un romanzo, non è troppo diverso da scrivere un lunghissimo tema: a guadagnarci è principalmente lo scrittore, o scrivente, che ne ricava una moltitudine di sensazioni. Tra queste, ovviamente, anche l'orgoglio. Certo, quando poi riguardi quello che hai scritto, il suddetto orgoglio vacilla, ma questo, in fondo, è il segreto per migliorare.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona è stata mia mamma, che ho la fortuna di avere ancora in vita e che mi fa sentire ancora "figlia". Con lei abbiamo discusso molto, di tante cose, e mi ha fatto riflettere su tante situazioni viste da angolature diverse.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L’audiolibro è anch’esso una nuova risorsa, una fonte di emozione, utile per tutte quelle persone che hanno difficoltà o vere e proprie disabilità che impediscono la lettura. Certo, l'audiolibro rinuncia alla personale interpretazione, anche solo mentale, della voce dei personaggi, del suono dell'ambiente, che viene per necessità "appiattita" alla sola voce del doppiatore.

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