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26 Nov
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Intervista all'autore - Claudia Polimeni

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Nata e cresciuta a Pavia, ho deciso di pubblicare libri in seguito alla laurea
magistrale in Scienze Politiche anche se la voglia di scrivere l'ho sempre avuta fin da quando ero piccola nel fare descrizioni meticolose del paesaggio o di oggetti in generale.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il momento che mi permette di concentrarmi nella scrittura è sicuramente alla sera quando tutti in famiglia dormono.

 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Il mio autore contemporaneo preferito è Alessandro D’Avenia.
 
Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata per descrivere e raccontare i momenti drammatici che tutti noi, direttamente o indirettamente, abbiamo vissuto in questi tempi di Coronavirus; in particolare i momenti drammatici vissuti dai protagonisti nelle terapie intensive e come con la forza di volontà e la vicinanza dei propri cari siano riusciti a superarli.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale nel quale ho vissuto e vivo attualmente mi ha permesso di prendere spunto per descrivere meglio il comportamento dei medici in corsia.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per me scrivere è entrambe le cose.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
L’ambiente medico.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sicuramente mia madre, che avendo lavorato come medico in ospedale fino a qualche anno fa, mi ha permesso di trarre degli spunti utilissimi da riportare nei personaggi della prima e della seconda parte del romanzo.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
La prima ad averlo letto è stata una mia amica infermiera.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Secondo me il futuro è anche l’e-book e dico “anche” perché i libri continueranno ad essere stampati in formato cartaceo. In più va aggiunto l’audiolibro, la nuova frontiera.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Riguardo la frontiera dell’audiolibro penso che sia un’ottima cosa perché oltre che raggiungere un vasto numero di lettori, permette di avvicinarsi a una forma diversa di lettura e di far imparare le lingue straniere.

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