1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere, per me, è comunicare, trasmettere, lasciare un segno indelebile e condividere con altri le proprie conoscenze e/o le proprie esperienze.
È in ogni caso, di qualunque libro si tratti, un aprirsi all'esterno ed un allargare il proprio orizzonte.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Il libro riassume, difatto, quanto appreso nel corso di una mia lunga esperienza professionale in ambito di medicina necroscopica svolta nella struttura sanitaria pubblica. Sono un medico specializzato in medicina legale e nell'ambito di questa disciplina mi sono occupata per molti anni di tale specifica attività, sia nei suoi aspetti puramente medico legali, che nei suoi risvolti giuridici ed etici.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere questo testo ha significato per me mettere a frutto quanto maturato negli anni dalla mia attività lavorativa nel settore di medicina necroscopica, analizzandone la legislazione vigente, le regole e le varie problematiche connesse, con particolare riferimento alle competenze dei Medici di Base operanti nell'ambito della Regione Toscana (Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta) per quanto di attinente alla medicina necroscopica.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Trattandosi di un testo di natura tecnico-scientifica, con funzione di semplice "guida pratica" per una specifica categoria di Medici, il titolo è risultato di fatto obbligato.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
La Bibbia, che io ritengo il libro per eccellenza.
6. Ebook o cartaceo?
Sicuramente il cartaceo che, a mio avviso, riveste un fascino tutto particolare. Nel cartaceo si può sfogliare, tornare indietro, sottolineare, soffermarsi su una pagina magari evidenziandola con un segnalibro. Ciò senza voler demonizzare il formato digitale che può risultare utile in deteminate condizioni per motivi di praticità, di miglior trasportabilità, di rapida consultazione e di risparmio economico.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Premesso che non mi reputo assolutamente "scrittrice" nel senso esteso della parola, ho deciso di scrivere questo libro a conclusione della mia attività lavorativa ed in concomitanza con il mio pensionamento, sia per mettere a frutto la mia esperienza professionale di anni, sia per rispondere alle tante richieste di informazioni o chiarimenti che mi sono state poste in precedenza dai medici di base nel corso della mia attività di medico legale.
L'idea di scrivere questo testo era nata già da alcuni anni, ma i tanti impegni lavorativi, familiari e personali, assorbendo ogni momento della mia giornata, non me ne avevano mai dato la possibilità. Solo successivamente, con il pensionamento, ho potuto trovare il tempo e la giusta tranquillità per farlo.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Ho iniziato a pensare a questo testo a seguito di un Seminario di Medicina Necroscopica rivolto ai Medici di famiglia, quando alla fine dell'evento una Collega, Paola, mi ha detto: "Complimenti, molto interessante, ma perchè su questo non scrivi un libro per noi?". Al momento non l'ho presa sul serio e ci ho fatto una risata, ma poi mi sono detta: "Perche no?".
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Anche se l'obiettivo è sempre stato quello di scrivere non certo un importante testo di Medicina, ma una semplice guida pratica di medicina necroscopica per il Medico di Base, si è trattato purtuttavia di un lavoro impegnativo, sicuramente suscettibile di miglioramenti, così come per ogni altra cosa, ma che allo stesso tempo mi ha dato soddisfazione, soprattutto nella speranza che questo semplice manuale possa risultare un'utile guida per i Colleghi quando coinvolti in questa specifica attività.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mio marito che mi ha sempre supportata ed incoraggiata ad andare avanti in questo progetto.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che si tratti di un ottimo canale alternativo per la lettura dei testi, utile a tutti coloro che non abbiano la possibilità di farlo direttamente. Penso ad esempio, a soggetti con difficoltà visive o a soggetti anziani che si stanchino velocemente nella lettura o a soggetti impegnati in altre attività (io stessa, per anni, ho ascoltato piacevolmente la lettura di libri alla radio, mentre per lungo tempo ero intenta alla guida nella strada di ritorno dal lavoro).
Ovviamente, quando possibile, la lettura diretta di un libro, di una storia, ecc., da la possibilità di una maggior concentrazione su alcune pagine del testo, anzichè su altre ed evita l'eventuale perdita di passaggi a seguito di possibili distrazioni o divagazioni da parte di chi ascolta.