1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Attualmente vivo a Mira, una piccola cittadina in provincia di Venezia, a metà strada tra le città di Venezia e Padova. Ho cominciato a scrivere all'età di 15 anni. Inizialmente erano brevi racconti, alcuni fantasy, altri thriller e horror. Smisi di scrivere per diversi anni e ho ricominciato circa un anno fa, grazie al lavoro di supplente all'interno delle scuole, ispirata soprattutto dai bambini e dai ragazzi a cui ho avuto il piacere di insegnare.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Cerco sempre di ritagliare un po' di tempo nell'arco della giornata, in sostanza quando ho un po' di tempo libero. In genere è il fine settimana, quasi sempre verso sera, oppure, se sono in ferie, durante l'arco della mattinata a mente fresca.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho un vero e proprio autore preferito. Come la gran parte dei ragazzi della mia generazione sono cresciuta con i libri di J.K. Rowling, seguendo la saga di Harry Potter, ma sono anche una grande ammiratrice di Stephen King.
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera vuole essere un modo per far riscoprire ai ragazzi il piacere della lettura, ma Alveah è soprattutto parte del mio passato. Quando ero ragazzina ero solita a passare le mie estati con alcune amiche e spesso, per passare il tempo, inventavamo alcuni giochi di ruolo di genere fantastico. Immaginavamo di vivere vere e proprie avventure ed era un modo per dare sfogo alla nostra fantasia e divertirci.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Direi che il contesto sociale ha influito per un buon 70%. L'opera è stata creata facendo riferimento sia al mio passato, ma anche alla situazione lavorativa che vivo attualmente, lavorando nelle scuole vengo in qualche modo influenzata dai miei studenti e dalle mie colleghe che sono di grande ispirazione.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Direi che per me scrivere rappresenta sia un'evasione dalla realtà, si pensi al fatto che parte dell'opera è ambientata in un mondo alternativo al nostro, ma è anche un modo per raccontare la vita di oggi, si pensi ai rapporti sociali della protagonista e alcuni riferimenti alla tecnologia.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Considerando che tratto gran parte della mia vita, direi che di me c'è un 70-75%. È un modo per raccontare parte della mia vita, aggiungendo anche qualche elemento del mondo fantastico.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Per la creazione di quest'opera ho fatto riferimento alle mie amiche d'infanzia, ma anche la mia famiglia, i miei studenti e le mie colleghe sono stati fondamentali, sia per la creazione del mondo di Alveah sia per la creazione dei personaggi e della storia in sé.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
I primi a leggere il mio libro sono state due persone a me molto vicine: mio cugino Daniele e mia madre, che mi hanno anche dato una loro opinione riguardo la stesura.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
L'ebook è certamente il futuro della scrittura. Ormai viviamo in una società che è sempre più dipendente dalla tecnologia. Devo, però, ammettere che, personalmente, ritengo che un ebook non potrà mai sostituire il piacere di sfogliare un libro cartaceo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ritengo che l'audiolibro sia, senza alcun dubbio, un ottimo strumento sia per quanto riguarda l'ambito educativo, sì pensi per esempio ai bambini che ancora non sanno leggere e possono fare affidamento su una voce che legge il libro per loro, ma anche per chi ha difficoltà inerenti alla visita, l'utilizzo dell'audiolibro può permettere loro di seguire una storia, attraverso l'ascolto di una voce narrante.