1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Salve, ho sempre scritto dei racconti che non ho mai pubblicato, qualche monologo teatrale, sono attrice, la penna è la mia espressione, questo diario l'ho scritto, perché è autobiografico, mi sono ammalata nel 2019 e osservando in Oncologia, ho avuto l'ispirazione che le mie paure aiutassero tutte le donne malate di cancro, perché nella positività si può andare avanti. Questo libro è dedicato a Flavia, mia cognata, morta per un tumore a soli 52 anni.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Mattina presto.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Ammaniti, Dacia Maraini, Torregrossa, Stephen King
4. Perché è nata la sua opera?
Ispirata dalla mia malattia.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Molto, la società è difficile.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
È un momento per raccontare la verità, e realtà.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto. È autobiografico.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
No. Ho fatto tutto da sola.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Al mio oncologo. Al mio volontariato. Credo
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Credo di sì.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Innovativa, ma il cartaceo ha il suo perché.