1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono una studentessa universitaria e vivo a Urbino, ma vengo da Gioiosa Ionica un paese in provincia di Reggio Calabria.
Sin da bambina sono sempre stata molto aperta ed espansiva, mai timida, quindi esprimermi a parole non è mai stato un problema, tuttavia ho avuto sempre l'impressione che quelle stesse parole una volta scritte avessero un maggiore valore, facendole rimanere impresse oltre che su carta anche nel cuore di chi le leggeva.
Penso perciò che questo mio sogno di fare della scrittura la mia professione, sia nato nel momento stesso in cui ho imparato a scrivere.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento esatto o programmato in cui mi dedico alla scrittura, sono le parole che vengono in testa e si occupano di creare un’armonia tra loro, può trattarsi del giorno come anche della notte, l'importante è non farle sfuggire!
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
La mia autrice contemporanea preferita è senza dubbio Sally Rooney, l'ho scoperta nell'ultimo anno e mi ha fatto letteralmente innamorare del suo stile, di come racconta senza farsi il problema di intromettersi troppo all'interno della storia, in alcuni momenti sembra che addirittura giudichi i suoi stessi personaggi ed è una cosa che personalmente adoro!
4. Perché è nata la sua opera?
Il mio libro è nato diversi anni fa ormai, quando avevo solo sedici anni e in alcuni momenti desideravo non sentirmi sola all'interno di quelli che erano i problemi della mia età.
Così mi sono detta: "Perché non inventare qualcuno con problemi ancora più grandi?!"
È così è stato!
Non nego di aver trattato temi piuttosto seri, ma già allora mi rendevo conto di ciò che significa vano e ho ritagliato loro uno spazio all'interno del mio libro.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto in cui sono cresciuta ha influito in maniera esponenziale nella mia formazione letteraria, vi basti pensare che ai bordi del tavolo da pranzo in casa mia ci sono sempre stati da che ne ho memoria, pile di libri, quali da leggere, quali su cui studiare.
Per non parlare di mia nonna, che sin da quando avevo tre anni si dedicava giorno per giorno ad insegnarmi le poesie dei più grandi poeti italiani a memoria.
A lei principalmente devo la nascita di questa mia passione.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Io penso che nel mio caso queste due ragioni si sommino, basti pensare a questo libro frutto della mia fantasia, ma con al centro intrecci ed esperienze che potrebbero tranquillamente capitare a qualunque giovane alle prese con la vita adulta che fa capolino.
Trovo che evadere serva da stimolo per iniziare, ma alla fine si finisce con lo scrivere della realtà, fantastica o più vicina a quella quotidiana magari, ma pur sempre una realtà di cui il nostro "io" fa parte.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Questo libro SONO io, c'è un po' di me in ogni personaggio di questa storia, nonostante si tratti di figure molto diverse le une dalle altre, ma la realtà è che anche io mi riconosco in questo, alcune volte impulsiva altre molto riflessiva, o ancora positiva mentre altri giorni posso diventare il pessimismo in persona.
Giovanna è tutta qua!
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
In realtà si è trattato di un qualcosa di così naturale che non ha richiesto l'intervento di nessuno, neanche per spronarmi a continuare.
In quei momenti sembrava tutto così semplice e ordinato nella mia testa che non poteva non esserlo anche la stesura vera e propria.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
In realtà appena iniziai a scriverlo lessi la primissima pagina a mia mamma, mentre era intenta nelle faccende di casa, ma ne fu così presa che smise di far tutto e mi ascoltò fino alla fine, per poi dirmi: "Continua!"
Quello è stato un grosso incoraggiamento per me, ma in realtà il romanzo per intero non lo ha ancora letto nessuno.
Speravo di poterglielo far leggere quando sarebbe diventato un vero e proprio libro, e quel giorno finalmente è arrivato.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Secondo me il futuro, o meglio l'innovazione, la si può ritrovare in tanti fattori della scrittura come gli stili, il tempo e il luogo in cui praticarla, ma non nel libro in sé.
Secondo me la carta, il suo profumo, il suo senso di realtà non verrà mai sostituito dall'ebook.
Senza dubbio viene preferito anche dalla maggior parte dei miei coetanei, ma sono del parere che non riesca a regalare le stesse emozioni di quello cartaceo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro lo trovo invece molto interessante, anche quest'ultimo l'ho scoperto nell'ultimo anno e devo ammettere che mi abbia piacevolmente sorpresa.
È come se tutte le voci di quei personaggi che leggendo abbiamo imparato a immaginare si materializzassero, e tante volte per capire ancora meglio ciò che troviamo scritto sarebbe utile ascoltare anche il tono di voce.
Perciò oltre all'immaginazione questo aiuto lo trovo davvero positivo.