1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata a Palermo ma ho vissuto a Trapani fino all'età di 17 anni, anno del diploma al liceo Linguistico, i miei genitori erano di origine trapanese e mia mamma volle essere assistita durante la mia nascita da nonna Graziella, che viveva a Palermo.
La mia infanzia dai due anni e mezzo è stata profondamente segnata dalla nascita di mio fratellino Sandrino, nato con una grave lesione cerebrale. Da allora per vincere il dolore mio e della mia famiglia mi sono creata una corazza di forza e positività, vedendo sempre la vita con occhi belli e godendomi i meravigliosi ed irripetibili anni della giovinezza, con il sorriso, l'allegra e la spensieratezza che mi facevano quasi dimenticare tutto quel dolore. Mamma e papà sono stati dei grandi genitori, però papà è stato il mio punto di forza, poiché mamma soffriva di crisi depressive connesse alla nascita di un figlio malato, tentò persino una volta il suicidio. Perciò mi chiese perdono sul suo letto di morte per non essermi stata abbastanza vicina, ma io, che adesso sono mamma, non avevo nulla da perdonarle. Lei era sempre mia madre e lo sarà per sempre.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Sicuramente il libro Cuore, esprime i valori essenziali della vita che tutti noi dovremmo rispolverare.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Oggi moltissimi ragazzi sembrano siano allergici ai libri. Meglio documentarsi su ebook che restare nell'oscura bolla della non conoscenza.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Credo sia un amore ponderato che con il tempo e le esperienze di vita esplode in un fantasmico colpo di fulmine, spesso espresso all'antica su carta e penna, almeno per la mia generazione. I ragazzi che scrivono li adoro, poiché esprimono con il cuore ciò che provano e, di questo, oggi ne hanno tanto bisogno. Molte poesie le scrivono nelle loro canzoni che spesso trovo alquanto tristi, vorrei che tutti sorridessero all'amore per la vita.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Di certo gli anni giovanili spensierati, le bravate e le cose balorde che facevamo con invidiabile spirito di amichevole complicità. Le ho ancora impresse in mente come se fosse ieri e sono felice dell'adolescenza che ho potuto assaporare, pertanto voglio raccontarla ai giovani per farli sorridere, ne hanno tanto bisogno...
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Avvilirsi sì, ma arrendersi mai. Da un rovo può nascere una rosa meravigliosa e profumata rosa, dovremmo dare a tutti la testimonianza che dentro ognuno di noi esiste la forza della positività e tutti siamo combattenti vincitori, basta solo crederci e riporre in noi il massimo della sicurezza verso se stessi amando il prossimo.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Al liceo, leggendo la Divina commedia, già mi dilettavo con composizioni rimate in dialetto. Leggere ispirava in me piccole poesie e composizioni musicali che cantavo coinvolgendo i miei cari compagni, con chitarrate e risate a squarciagola. Quindi era probabilmente un mio sono nel cassetto.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Quando ho detto ai miei amici che avrei scritto un romanzo che avrebbe raccontato la mia ita fino all'età di diciassette anni e che sarebbe finito con dei puntini di sospensione, un mio amico, che conosco da trent'anni, mi ha detto che lui... avrebbe continuato a scrivere le mie marachelle dopo i puntini.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Mai, ho avuto mille intoppi, famiglia, marito, figli, la morte improvvisa di papa 'cose da sbrigare, da fare in casa, ma mi sono agguerrita per completarlo.
10. Il suo autore del passato preferito?
Indubbiamente Giovanni Pascoli che anticipò nella modernità un periodo di crisi, nel nostro tempo direi crisi dei valori umani. Per lui, la poesia si basava su piccoli eventi quotidiani e proprio la quotidianità' è ciò che dovremmo assaporare giorno per giorno. Anche lui, come me entrò in un periodo di crisi quando perdette buona parte della sua famiglia di origine. Dopo la crisi subentra una rinascita, nel corpo e nell’anima. Il concetto del "fanciullino" che è in ciascuno di noi ci mostra che non bisogna mai mollare ed evidenzia quelli che sono i valori umani da non sottovalutare mai: l'amore e la fratellanza.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È una delle scoperte più belle che supportano chi non è fortunato come noi, affinché possa documentarsi e navigare con la mente verso i limiti infiniti di una buona lettura.