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BookSprint Edizioni Blog

12 Ago
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Intervista all'autore - Stefano Ballan

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Verona il 6 settembre del '69, poco dopo il primo sbarco sulla luna. In pratica un milione di anni fa.

Sono cresciuto a San Giovanni Lupatoto, un paese della provincia dove sono nato, proprio al limitare della città. Prima per lavoro e poi per amore mi sono trasferito un po' più in là, a Cerea, dove tutt'ora risiedo con la mia famiglia, mia moglie, i miei due figli, una gatta e un drago cartonato che occupa gran parte della mia cantina.

 

2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
È come chiedere quale tipo di cioccolata preferisco. Sicuramente la saga di Harry Potter, la mia preferita e che ancora rileggo volentieri. Salgari, Dickens, ma anche "Bianca come il latte, rossa come il sangue" di D'Avenia, se si è più grandicelli, un grandissimo romanzo di crescita.

Wilbur Smith o il nostro Buticchi, avventura pura.
George Raymond Richard Martin con la sua saga "Il Trono di Spade" (andatela a leggere, ragazzi, non guardate solo la serie. È semplicemente fantastico come scrive questo tizio!).
L'importante è leggere, poi va bene tutto, anche un libro mio...

 

3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Una gran perdita. Probabilmente inevitabile ai nostro giorni vista la comodità di poter stipare una gran mole di dati in poco spazio (per poi non poterli leggere perchè è finita la batteria nell'eBook ... )

Ma per chi ama veramente leggere si tratta solo di uno strumento; nessuno di loro ti dirà mai che è meglio prendere in mano un attrezzo di plastica al posto di un libro vero e sentire la carta tra le dita.
Se poi non si ha più spazio in casa per tenerli, come nel mio caso, ci sono sempre le biblioteche da poter frequentare. Un posto bellissimo, troppo poco conosciuto e sfruttato.

 

4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Non so cosa dire. Dipende dalle persone e dalla loro storia.

Per me è stato più un amore ponderato, nato in tarda età come un colpo di fulmine. Quindi è stato un po' l'uno e l'altro insieme.
Da accanito lettore (quale sono tutt'ora: finisco un libro e ne comincio uno nuovo, anche già letto in passato, non importa) mi sono trasformato improvvisamente in scrittore. Prima per mettere giù la sceneggiatura divertente di una commedia per la mia compagnia teatrale (alla fine ne ho scritte sette), poi per trasformarne una in un libro giallo "El morto nel fosso". Non credevo ce l'avrei fatta, ed è stata un'enorme soddisfazione per me.

 

5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La voglia di mettermi in gioco e vedere se la "prima volta" era stato solo un momento di energia creativa passeggera o se potevo farcela d nuovo.


 

6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Nessuno, veramente. Questo romanzo vuole essere di evasione pura. Semplice divertimento, come i testi che piacciono a me.

C'è un'ispirazione al quotidiano alle tante fake news e ai falsi miti che girano attorno alla credulità popolare, ma nessuna pretesa di dare messaggi, o fare morale a nessuno.

 

7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Come ho detto la cosa è cominciata in tarda età. Da piccolo ero un divoratore di fumetti (che ancora oggi leggo, peraltro) e ora sono un divoratore di libri.

Di sicuro non ero uno scrittore da piccolo o da giovane; il tema di italiano era il mio incubo.

 

8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Certo, perchè dopo il primo abbozzo di idea che ancora era solo nella mia testa sono entrato in ospedale per un'operazione. Una cosa semplice ma che mi ha tenuto dentro una settimana e durante la quale mi sono riletto 3 libri di "pseudoscienza" per ridocumentarmi su cose che avrei trattato nel libro, ovviamente in maniera romanzata.

Dottori e infermieri mi chiedevano divertiti dove fossi andato a pescare quella roba.

 

9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Sicuro, ricordo perfettamente il capitolo dove mi sono piantato, quasi all'inizio. Credo di esserci rimasto fermo quasi sei mesi.

Avevo in testa la linea complessiva del romanzo ma non riuscivo da dare sbocco descrittivo a quel momento.
Sapevo che se avessi superato quel punto poi sarebbe filato tutto liscio. Non è stato così, in verità, ma quello è stato il punto critico dove ho pensato anche di lasciar perdere
Rileggendolo per la stesura finale mi ci sono soffermato di nuovo parecchio, per capire se in qualche modo il lettore avrebbe potuto percepire la mia indecisione. E poi ho deciso che andava bene così perchè era spontaneo.

 

10. Il suo autore del passato preferito?
Di un passato recente mi piace Salgari. Andando più indietro ho letto con piacere Tolkien, "il Signore degli anelli".

Ho riletto "Il promessi sposi", che a scuola mi era sembrato una palla. Rileggendolo ho trovato anche delle battute sagaci. Decisamente molto meglio, ma non adatto ai ragazzi.

 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Mi piace, molto meglio dell'eBook.

Mi ricorda la mia infanzia, quando ascoltavo le favole sul "mangianastri" (sono proprio un dinosauro!)
Lascia spazio all'interpretazione dell'attore che lo legge.
Pura fantascienza pensare a Luca Ward che legge il mio romanzo. Probabilmente non accetterebbe per la difficoltà con le parti in dialetto veronese. Solo per quello, ovviamente...

 

 

 

 

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Giovedì, 12 Agosto 2021 | di @BookSprint Edizioni

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