1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono Massimo Cappuccio, ho 48 anni e ho vissuto quasi tutta la mia vita a Peschiera Borromeo in provincia di Milano. Ho sempre scritto fin da piccolo, ovviamente con argomenti diversi da quelli che scrivo oggi. Ho deciso di pubblicare il libro dopo la morte di mia madre, l’ho fatto perché ero molto giù e lo scrivere mi ha aiutato tanto.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Lavoro la mattina fino alle 12, quindi il momento in qui scrivo di più è dalle 14 alle 20.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Joel Dicker.
4. Perché è nata la sua opera?
È nata come già detto dopo la morte di mia madre, ma in testa ho mille storie da raccontare.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Molto, perché non ho avuto la possibilità di studiare visto che a 15 anni già lavoravo. Mi sono mancate le basi fondamentali.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
È una evasione. È fantasia allo stato puro dove puoi creare quello che vuoi.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è la curiosita di scoprire. Di arrivare al finale con un colpo ad effetto.Questo mi piace, la suspence è una cosa che mi ha sempre attirato.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Mia madre.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Mia moglie.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non lo so.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non mi piace, io preferisco sempre un buon libro ben rilegato.