1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Passione, ma anche un sentimento di missione: divulgare la Parola di Gesù pur se indegnamente, poiché la Sua atroce morte in Croce mi induce a parlarne 'in punta di piedi'.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Praticamente tutta.
Fin da bambino sono rimasto colpito dalla Croce di Gesù di Nazareth: intuire Lui in ogni mio passo è il cuore del libro, non solo nei passi della vita pratica, ma anche in quelli della vita intellettiva.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Nel mio piccolo, restituire alle persone una vicenda apparentemente dimenticata, vista e vissuta con gli occhi di un semplice laico.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Una scelta pressoché istantanea.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Il Vangelo prima di tutto; proseguirei con libri di filosofi che mi parlino di Gesù, come Kierkegaard, poi testi di storici come Giuseppe Flavio che mi testimonino quella che è stata l'esistenza stessa di Gesù, per pervenire a libri di etologia che mi rivelino l'essenza degli animali, creature del Signore come ci insegna Fratello Sole, parti interagenti con questo mondo, quindi con noi.
Sempre leggerei i testi degli psicologi della Gestalt in modo da procedere con l'insight.
6. Ebook o cartaceo?
Entrambi.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Fin da piccolo ho scelto la parola scritta, così come altri hanno fatto per la musica o la pittura: parola che è mezzo per comunicare all'umanità il sentire e il guardare la vita, dunque l'universo tutto.
Scrivere non è per me una carriera, ma una strada attraverso cui comprendere e interagire.
Mettere nero su bianco è come un anelito, come il vento ... "Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene e dove va....". Così dice Gesù.
Soltanto che la mia parola passa, la Sua no!
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Ero seduto appoggiato a un tavolo e pensavo ai giorni della Passione di Gesù; in un attimo mi posi una domanda che rivolsi poco dopo anche a un sacerdote: "Perché i soldati messi a guardia del Santo Sepolcro non furono processati quando non si trovò più il Corpo di Gesù?". Eppure in quel tempo esistevano pene severe per tali fatti.
Il sacerdote mi esortò a confrontare, rispetto a questo argomento, il Vangelo di Matteo con qualche altro Vangelo che avrei dovuto cercare e trovare. Da lì inizio la mia ricerca, quindi il mio libro.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
In primo luogo si avverte una condivisione con l'editore e la sua squadra, quindi che non si è soli nel percepire certe cose; da qui si è contenti perché si pensa che ci si può allora rivolgere con il medesimo libro a tutti, pur sapendo la non necessaria condivisione di tanti, ma almeno un punto fermo da cui partire insieme.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia moglie Monica.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È una proposta geniale e molto importante: esistono persone che hanno il dono di leggere con un'interpretazione proveniente dal profondo del loro cuore; questa tecnica fa vivere le parole avvolgendo e coinvolgendo l'anima di chi ascolta, persino rende quelle parole al loro autore con suoni e colori ancor più belli di quando egli le scrisse.
È un metodo per attirare all'ascolto anche chi non ha tempo di leggere libri o chi non è abituato a leggerli.