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12 Lug
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Intervista all'autore - Antonella Cappelletti

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Ho scoperto il piacere di scrivere negli anni, mentre gradualmente mi calava la vista e mio malgrado ho dovuto smettere di leggere. Amavo leggere ad alta voce e sentivo di avere una particolare sensibilità verso questo mondo. Ho sempre avuto il desiderio di scrivere ma non sapevo bene a quale genere appartenessi. Ho inventato favole improbabili e fantastiche per bambini e mi sono divertita molto ma nonostante la fantasia che mi contraddistingue, ho sentito di voler parlare d'altro. Scrivere ciò che si sta pensando, lascia una sensazione gradevole, di appagamento. Riesco ad emozionarmi mettendo nero su bianco il mio io.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Moltissimo. Evidentemente quando l'ho scritto, ho sentito proprio la necessità di condividere un periodo della mia vita, una serie di eventi che mi hanno toccato profondamente.
Da questo mio primo scritto, emerge tutta la malinconia dovuta alla perdita di persone care ma spero anche, la voglia di riconminciare, di riprendere il percorso, di andare avanti. Si mescolano ricordi d'infanzia con momenti del passato e del presente, tutti importanti per la persona che sono diventata.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Descrivere fotogrammi del mio mondo, dall'infanzia ad oggi, mi ha aiutato ad evadere dal quotidiano, da tutto quello che pesa in questo periodo storico, che ti soffoca. Ho potuto scrivere di fiori, di ruscelli, di acquiloni ma anche di amore e passione, di bellezza e tristezza.
Senza dubbio il problema della vista, ha sviluppato in me un senso diverso di "leggere" le cose, credo più vero e sincero.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il tulipano è il mio fiore preferito, forse perchè mi rappresenta un pò. Mai uguale, nelle varie sfumature di colore ritrovo il mio essere dolce a volte, testarda e ferma altre. Non ho pensato molto per la scelta del titolo: questi fiori sono apparsi spesso nella mia vita e rappresentano delicatamente, un'esplosione di vivacità e voglia di vivere, nonostante tutto e tutti.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Pensandoci un pò,vorrei avere una bella edizione dei Promessi Sposi di Manzoni. Mi ricorda il piacere che provavo nel leggerne le pagine ad alta voce in classe; il silenzio dei miei compagni e dell'insegnante mentre ascoltavano una delle storie più conosciute al mondo, narrata con il tono della mia voce.
 
6. Ebook o cartaceo?
Il fascino e il profumo del libro di carta non ha pari. Girare le pagine con la punta delle dita in un gesto delicato per non sgualcirle, mettere il segnalibro per essere pronti appena possibile a continuare da dove si è lasciato, è un rito.
La tecnologia senz'altro ha i suoi vantaggi, anche per me indubbiamente e magari per un pubblico giovane potrebbe essere un incentivo alla lettura che, sappiamo essere stata un pò abbandonata negli anni.
Io comunque rimango per i caratteri, la filigrana, il profumo di stampa e le copertine, vere e proprie opere d'arte a volte.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Come ho già detto, sono sempre stata affascinata dal mondo dei libri in generale.
Da alcuni anni, ho sentito dentro di me, la necessità di esprimermi, di condividere con chiunque lo voglia, pensieri leggeri, versi delicati o frammenti di vita, visti con i miei occhi e descritti con i miei sensi. Frasi in grado di arrivare a tutti con semplicità e spontaneità. Non so se diventerà una carriera ma sarebbe la più bella carriera del mondo.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Stavo scrivendo racconti per bambini da inviare ad un concorso quando, ci siamo improvvisamente trovati chiusi in casa per la pandemia, chiusi tra le mura delle nostre vite.
Il silenzio, unito alla possibilità di fermarsi un attimo, di ascoltarsi e di pensare, mi ha fatto decidere di raccontare ciò che in quel momento sentivo dentro. Un riassunto di emozioni.
Una delle poesie che si trovano nel libro, è ciò che ho sentito di dover dire a mio padre, durante il suo commiato.
Parole uscite di getto nel momento più duro, che mi hanno permesso però di lascialo andare con un dolce saluto, senza rimpianti, solo un grazie.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Sono felicemente incredula, emozionata. Non credevo sarei arrivata a questo traguardo. Ora sono consapevole di avere un piccolo dono e di volerlo regalare a tutti coloro che vorranno riceverlo. Spero sia il primo di una lunga serie perchè ho tanto ancora da raccontare.
Se così non sarà, almeno sarò fiera di averci provato. Nella vita è giusto sognare e crederci fino in findo.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Alla prima stesura, ho inviato subito le poesie ad una coppia di amici cui sono molto legata. Sapevo di avere davanti non due critici letterari ma due persone intelligienti, colte e sincere.
E il loro riscontro è stato esattamente ciò che avrei voluto sentirmi dire.
Mi hanno aiutato a crederci rimanendo coi piedi per terra.
Grazie.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Trovo che sia una bellissima opportunità per tutti, soprattutto per coloro che come me non sono più in grado di leggere da soli. L'ascolto di un testo, narrato dalla giusta voce, può farti immergere nel racconto arrivando a trasmettere la sensazione di viverlo in prima persona.
Senz'altro una nuova meravigliosa frontiera.
 
 
 
 

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