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24 Giu
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Intervista all'autore - Franco Massa

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Sampierdarena nel giorno e ad un anno esatto dalla dichiarazione di guerra; sfollato da neonato in un paesino di campagna situato nell'entroterra di Genova, sono rientrato in città a fine guerra e cresciuto in un mondo da sogno, lontano e diverso da oggi, povero, ma più ricco dell'attuale: allora esisteva la famiglia, l'umanità, il rispetto e tanti sentimenti ora sconosciuti.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Ad un adolescente consiglierei di leggere i libri di Salgari, che sviluppano lo spirito di avventura, il senso di libertà e sviluppano la fantasia.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
La perdita del libro cartaceo è una grave perdita, è la mancanza di un amico, di un complice, di un collaboratore, di un insegnante.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura è una voglia che nasce in noi, così come il disegno, la pittura e la musica; è un'esigenza dell'anima che sfocia improvvisamente senza preavviso e senti il bisogno di estrinsecarla.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Frequenti ricordi del passato, che sono la base su cui si erige il futuro, mi hanno spinto a metterli su carta per meglio ricordarli e ricordarli con gli amici, i ragazzi di allora, ora persone imbiancate e brancolanti in un mondo di alieni.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il messaggio che vorrei dare ad un ipotetico lettore "datato" è che il passato è parte di noi, ci appartiene e non va dimenticato. Inoltre è un invito a ricordare i sentimenti e comportamenti che allora distinguevano quei "tempi andati".
Alle "nuove leve", per le quali il mio scritto non è altro che un libro di storia lontano nel tempo, rivolgo un invito a riflettere sui fatti raccontati in queste pagine e a trarre le conclusioni che tanti valori non vanno dimenticati, ma ripresi, ricordando "come si viveva meglio di oggi quando si aveva di meno".
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Non ho mai avuto nel cassetto il sogno di scrivere un libro. Scriverlo è divenuta una improvvisa esigenza, un modo per ricordare meglio il vissuto per non dimenticarlo. Non mi sento uno scrittore, ma una persona che scrive le cose così come gli vengono, quindi scrivo ...... come mangio!
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
È stato quando sono arrivato alla parola fine che ho provato un senso di gioia ed ho guardato il mio scritto con soddisfazione e sorpresa e l'ho visto da lettore, come se lo avesse scritto un'altra persona. Mi sono meravigliato e compiaciuto della forma, dell'esposizione e dei bozzetti che aprono ogni capitolo.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Non ho mai pensato di interrompere il racconto, ma ho sempre scavato nella memoria per ricordare fatti nuovi da aggiungere a quelli già scritti.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Non ho un autore preferito e la mia lettura spazia da Platone a Socrate a Kant fino ai libri di architettura e giardinaggio.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
La cosa che secondo me dà più soddisfazione al lettore è il vecchio libro cartaceo col suo fruscio, il suo odore e il possesso materiale.
 
 
 
 
 

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