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22 Giu
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Intervista all'autore - Alvise Fretti

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Scrivere è respirare. La mia prima poesia l'ho scritta in quinta elementare ed era dedicata a mia madre. Sono un autodidatta ed ho sempre cercato di leggere poeti ed autori di ogni genere. Adesso che sono in pensione ho trovato il modo ed il tempo di rivisitare e raccogliere quanto ho scritto finora.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Normalmente la mattinata. Ma capita anche la notte che mi alzi per un'idea.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
È un'autrice: Alice Munro.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Di mestiere ho fatto l'autoferrotramviere e questo mi ha dato la possibilità di entrare in contatto con gli ultimi, con gli emarginati. Ma anche con un modo di vivere fatto di false felicità. Questo mi ha fatto (e ancora mi sta facendo) riflettere sul senso dell'esistenza e sui veri valori. La domanda è stata anche quale sia il senso della poesia in un mondo anestetizzato.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sono fermamente convinto che un artista di fatto elabori la realtà in cui vive producendo analisi e visioni che non potrebbero esistere in altri contesti. Nessuno di noi è una monade isolata, ma tutti siamo in qualche modo contaminati dalla società in cui viviamo. Il mio lavoro e la visione che ne deriva da quel particolare sito di osservazione mi ha indubbiamente influenzato in una osmosi emozionale .
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere non è un'evasione, ma al massimo una rielaborazione della realtà. L'artista usa il proprio pathos o per evidenziare certi aspetti del reale o per ipotizzare una realtà diversa, ma nessun sogno d'artista può staccarsi, a mio avviso, da una percezione della realtà.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Non ho mai letto autori che, direttamente o indirettamente, non abbiano messo qualcosa di se nei propri lavori. Sicuramente il modo di sentire e di interpretare la realtà, il quale dipende anche dall'estrazione, dalla cultura e dalla somma dell esperienze. Di me c'è sicuramente la mia condizione di, come dice il titolo,"abitante" di questo contesto.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Il mio lavoro è anche stato rappresentato teatralmente. Fondamentali sono stati gli attori, la regista purtroppo scomparsa, e i musicisti. Loro mi hanno dato spunti e forza per proseguire.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Alla mia famiglia e a molti miei colleghi.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Il digitale è il futuro. Sicuramente servirà tempo, ma si affermerà nelle nuove generazioni.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'Italia è una delle nazioni più anziane al mondo. L'audiolibro è una oportunità per gli anziani, ma anche per molti altri.
 
 
 

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Martedì, 22 Giugno 2021 | di @BookSprint Edizioni

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