1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Viterbo, tra gli etruschi che porto nel DNA, mi sono laureato in ingegneria meccanica, affiancando alle materie tecnico-scientifiche, studi musicali di pianoforte e canto lirico. Da più di venti anni vivo in un piccolo paesino della Liguria di Ponente, in una vecchia casa in pietra tra gli ulivi affacciata sul mare. La passione per i viaggi e lo spirito di avventura mi ha portato a visitare più di settanta paesi dei cinque continenti, preferibilmente in maniera indipendente e non organizzata.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Nel corso dei miei viaggi, mi sono sempre ritagliato, in genere di sera, lo spazio per scrivere il diario con le impressioni della giornata trascorsa; i miei quaderni mi hanno accompagnato nella salita al Kilimangiaro, dentro una tendina nel deserto del Sahara, nelle bianche case delle isole greche e in tanti posti tra loro diversissimi.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Per quanto riguarda la letteratura di viaggio, il mio scrittore di riferimento è Tiziano Terzani, per la maniera acuta e profonda con la quale sa indagare i luoghi descritti e descrivere i cambiamenti in atto nella società. "Un indovino mi disse" è stato il libro che mi ha fatto venire voglia di scrivere e raccontare le mie esperienze di viaggio.
4. Perché è nata la sua opera?
Nel corso dei miei viaggi ho riportato a casa fotografie e quaderni pieni di appunti e di ricordi. Ho sentito pertanto la necessità di dare una forma ordinata a questo materiale anche a testimonianza di un mondo e di un modo di viaggiare in continuo cambiamento ed evoluzione.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
I miei genitori erano professori di lettere classiche e moderne, mia madre da bambino mi raccontava l'Odissea per farmi addormentare. La cultura umanistica trasmessami dalla mia famiglia si è affiancata agli studi scientifici e musicali, e ho cercato nei miei scritti di fare convivere tutti questi mondi, apparentemente inconciliabili.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Sicuramente i racconti di viaggio sono una maniera di raccontare la realtà, al quale si affianca e sovrappone il viaggio interiore, più o meno conscio.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
il libro nasce da esperienze realmente vissute.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Nessuno in particolare.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Alcuni amici viaggiatori hanno letto in anteprima alcuni capitoli del libro.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Il libro stampato e l'e-book continueranno a convivere ancora per centinaia di anni. Da una parte la praticità, l'economicità e la portabilità del libro elettronico, dall'altra il piacere di toccare la carta, di occupare tutti gli spazi di casa e di immergersi e perdersi negli scaffali delle librerie.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sono convinto che avranno sempre più diffusione in quanto permettono una modalità molto coinvolgente e stimolante di fruire di testi letterari sfruttando diverse sensazioni sensoriali. Posso permettere inoltre di avvicinare alla letteratura anche un pubblico più refrattario alla lettura.