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04 Mag
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Intervista all'autore - Mariarosa Verduci

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me significa essere totalmente libera di esprimere me stessa e le mie idee. Poter raccontare e allo stesso tempo raccontarmi liberamente, mi fa sentire parte della vita di chi sta leggendo la mia opera. È una sensazione di condivisione di sentimenti, emozioni e di vissuto che permette di farmi sentire parte attiva della società in cui viviamo. Mi emoziona sapere che in un mondo così frenetico qualcuno si possa fermare a leggere il mio libro, sentendosi coinvolto e attirato dalle mie argomentazioni e magari da queste poterne trarre degli insegnamenti che possano portare ad una sensazione di benessere.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo libro nasce dalla mia essenza d'animo ed è intriso di miei vissuti e soprattutto racchiude tutte quelle emozioni e quei sentimenti che mi hanno formata e fatta diventare quella che sono adesso. Ho aperto il mio cuore, oltre la mia conoscenza, mettendo a nudo il mio sé più profondo, una scelta essenziale per portare avanti la mia concezione di vita sulla quale ho fondato le basi della mia opera.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Sono fermamente convinta che spesso l'essere umano esista e basta, che non sia capace di vivere. La società in cui viviamo lascia poco spazio alla parte "sentita" della persona, quella più importante a mio avviso. La mia concezione di vita si basa sull'emotività dell'essere umano e da tutti quei sentimenti e comportamenti che ne derivano. Questo per me significa "VIVERE", saper provare emozioni e contemporaneamente essere capaci di farle provare al prossimo. Coinvolgere e condividere, durante il proprio percorso di vita, porterebbe ad un mondo più attento al valore della vita. A questa concezione ho affiancato l'importanza del rapporto più intenso che possa esistere, quello tra madre e figlio, un legame unico e indissolubile, e da qui è nato tutto il progetto.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è nato contemporaneamente all'idea della stesura del libro. Ho sentito l'esigenza di comunicare questa mia concezione di vita, di partecipare attivamente ad un miglioramento di vita dell'essere umano nella sua totalità. La prima parte del titolo, "Baby Mine", racchiude la tenerezza e allo stesso tempo la forza profonda del legame madre e figlio: è il titolo della colonna sonora del film Disney Dumbo e ascoltarla abbracciata ai miei figli mi ha ispirato per la stesura di quest'opera. La seconda parte "La danza delle emozioni" è scaturita dall'amore che provo per la danza. Attraverso questa meravigliosa disciplina artistica riesco ad entrare in contatto con la mia interiorità più profonda, a sentire attivamente il mio corpo, la mia anima e il mio cuore. La danza è senza dubbio la mia passione di vita, la mia forza assoluta.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Porterei con me "Piccole donne" di Louisa May Alcott per il tema del forte legame della famiglia, dell'importanza degli insegnamenti dei genitori ai propri figli e per il passaggio della crescita e della trasformazione interiore da adolescenti ad adulti. È un libro ricco di sentimentalismo che rende il romanzo particolarmente interessante.
 
6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo, nonostante sia sempre favorevole alla modernizzazione globale, ma il fascino del libro sta anche nello sfogliare le pagine, sentirne l'odore e poterlo tenere fra le mani in tutta la sua interezza.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Mi è sempre piaciuto scrivere, sin da piccola. Amavo inventare poesie e piccoli racconti che poi leggevo alle mie amiche e ai miei familiari. Adoravo scrivere temi e le materie scolastiche che preferivo erano quelle umanistiche, da qui la scelta della scuola superiore che mi ha portato alla maturità classica. È un'indole naturale a tal punto che non mi fa sentire una scrittrice, ma semplicemente me stessa con carta e penna in contatto con il mondo.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Questo libro nasce da un progetto su cui ho lavorato per la mia tesi di laurea magistrale, a cui ho dedicato molto tempo e in cui credo profondamente. Dallo studio, e conseguente sviluppo del progetto, è nata in me una consapevolezza sentimentale sull'importanza della danza anche nel mio legame personale con i miei figli. Sono una mamma di tre splendidi bambini e dal momento in cui ho avuto la possibilità di diventare madre, la mia vita, il mio cuore e la mia anima sono rinati, come se fossi venuta al mondo un'altra volta. Tutto si percepisce in modo diverso, più bello ed intenso e la danza ha la capacità di esternare ogni emozione e sentimento provato con estrema naturalezza e di unire, in un modo unico e meraviglioso, me ai miei bambini in un’intimità emotiva surreale.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È emozionante. Mi rende orgogliosa del percorso di studi fatto perché mi ha permesso di venire a conoscenza di tutti quegli aspetti fisici, emotivi, psichici e cognitivi dell'essere umano in modo da permettermi di capire la persona che ho davanti nella sua totalità e questo mi porta ad entrare in contatto emotivo riuscendo così a portare avanti i miei insegnamenti in un modo unico e soprattutto fondato sul benessere globale della persona. Sfogliare il mio libro è come vedere le idee e i miei pensieri prendere forma.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia madre e mio padre. Loro sono i genitori che tutti vorrebbero avere: sempre presenti con tanto amore. Hanno sempre creduto in me e mi hanno lasciata libera di essere me stessa in ogni momento della mia vita. Averli accanto con tutto l'affetto che riescono a trasmettere continuamente è un dono meraviglioso. Mi hanno insegnato a vivere con la certezza che l'impegno, la costanza e la tenacia portano inevitabilmente a splendidi risultati e che per essere felici è necessario mettere il cuore in tutto ciò che si fa.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che il mondo è in continua evoluzione e che le nuove tecnologie portano ad un miglioramento dello stile di vita, anche se credo sia fondamentale non diventarne dipendenti. Nello specifico l'audiolibro abbatte alcune difficoltà per tutti coloro che hanno un deficit visivo che finalmente possono godere della lettura senza alcun ostacolo. Lo stesso vale per i più piccoli, coloro che ancora non hanno dimestichezza nel leggere e che così possono cogliere la giusta lettura del testo. Anche per gli adulti l'audiolibro lo vedo particolarmente interessante: sentire un testo può coinvolgere in un modo diverso, in alcuni casi anche più intenso. Ma per me il libro cartaceo è il vero protagonista indiscusso.
 

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