1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Abito a Bellona, una città nella provincia di Caserta e lavoro come maestra presso una scuola d'infanzia. Mi è sempre piaciuto scrivere, fin da bambina. Ricordo, infatti, che avevo un diario rosa con un lucchetto nel quale annotavo le mie giornate e mi divertivo ad inventare storie. All'ultima domanda che mi ha posto...Credo di non essere stata io a scegliere la scrittura, penso piuttosto che lei abbia scelto me. Spesso la notte mi capitava, prima di andare a dormire, che molte parole vagavano nella mia testa, ho capito così che non dovevo solo pensarle ma dovevo anche dargli voce attraverso la scrittura. È stato quello il momento in cui ho deciso.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Decisamente la notte: il silenzio della notte permette alle mie idee di uscir fuori, in genere durante la giornata mi piace molto osservare ma è durante la notte che mi dedico alla scrittura.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Se fossi stata un po' più piccola le avrei risposto Federico Moccia, sono cresciuta con i suoi libri. Attualmente mi piace tanto Nicholas Sparks. Si nota tanto che mi piacciono le storie d'amore?
4. Perché è nata la sua opera?
È nata soprattutto per dar voce all'amore. Credo che al giorno d'oggi tante persone siano fidanzate, una minoranza però è ancora tanto innamorata e lotta per quell'amore. La nascita della mia opera vuole essere un elogio all'amore, in qualsiasi forma esso si presenti ma anche una presa di coscienza del fatto che dobbiamo imparare anche ad amarci da soli, perché solo quando riusciamo ad apprezzarci di più, l'amore riesce a trovarci.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sicuramente tanto, è nel contesto sociale che la persona si forma, quindi credo che abbia avuto una forte influenza.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambi. Io scrivo proprio per questi due motivi: quando sono triste, scrivo per allontanarmi dalla realtà e riuscire a rilassarmi; quando sono felice, scrivo per non dimenticare quel momento e riuscire a riviverlo, poi, rileggendolo. Quindi penso che la scrittura sia sempre la soluzione.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Bella domanda. Devo ammettere che c'è tanto di me nel racconto. Scrivere questo libro ha permesso anche alle mie emozioni di venire alla luce, il libro quindi un po' mi rappresenta: rappresenta un po' la ragazza "pasticciona" che sono e rappresenta anche la mia lotta-mente cuore, perché spesso la mia testa è in disaccordo con le mie emozioni.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì, due persone alle quali sono molto legata che mi hanno incoraggiata tanto e continuano a farlo.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Alla mia famiglia: ricordo che avevamo appena finito di cenare e decisi di leggere il mio libro, mi interessava molto il loro giudizio.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Io personalmente prediligo il cartaceo: amo il profumo di un libro nuovo e adoro le copertine invecchiate che raccontano una storia. Sono consapevole però del fatto che, ad oggi, viviamo in un mondo digitalizzato e, sicuramente, l'ebook rappresenta un modo veloce e pratico per accedere alla lettura riuscendo a coinvolgere una più vasta platea, quindi si penso che l'ebook rappresenti il futuro della scrittura.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro è una grandissima conquista e può essere di grande aiuto alle tante persone che, pur amando la lettura, per vari motivi, avevano dovuto rinunciarvi ma anche per tutti quei ragazzi che amano i supporti digitali.