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BookSprint Edizioni Blog

16 Apr
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Intervista all'autore - Ines Cavicchioli

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
La scrittura è da sempre, o meglio da quando ho iniziato a comprendere l'importanza della Parola scritta, all'incirca all'età di 8/9 anni, quando ho iniziato a leggere moltissimo per riempire il silenzio e la solitudine che mi circondavano, ho capito che era un'emanazione di me e dei miei stati d'animo e che, per converso, mi permetteva di fuggire via, quando ne sentivo la necessità e rifugiarmi in un Universo, che potevo creare a mio piacimento. Essa è ancor oggi un enorme strumento di consapevolezza e realizzazione della piena Coscienza di Sé. Espressione di forza, di volontà, di condivisione e crescita collettiva.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo Romanzo, scritto oltre 30 anni fa, subito dopo la morte della persona che ho amato di più fino all'arrivo di mia figlia, ovvero Mia Madre, vuole narrare in sequenza le vicissitudini della Sua vita e del Tempo in cui Lei ha vissuto, filtrate attraverso ovviamente la mia sensibilità e i miei ricordi, spesso anche mescolando i piani e gli eventi, tanto che a tratti le mie vicende sono divenute le Sue, al fine di liberarmene, attribuendole a qualcuno che solo poteva comprenderle e accoglierle. La Realtà dunque si mostra su di un piano lineare e spazio-temporale e allo stesso tempo in un cerchio, seguendo un tracciato genealogico e circolare senza Tempo alcuno.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Quando la scrissi, quasi 30 anni fa, fu il bisogno di prendermi il tempo per stare con me stessa e i Nostri ricordi insieme, rimetterli in ordine e portarli fuori di me per elaborarne la sofferenza e il lutto. Oggi la pubblicazione di questo volume è un tributo alla Sua memoria e a ciò che mi ha trasmesso, edita proprio nel mese in cui mi ha lasciata, anche se credo non mi abbia lasciata affatto.
Per dirla con il Titolo del romanzo di Sgarbi e del film di Avati: " Lei mi parla ancora...".
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del Titolo ha avuto un percorso complesso e travagliato. Per quasi 30 anni, quanto è rimasto nel cassetto, si intitolava "Io e Lei", a dire il Nostro legame e l'autobiografia delle vicende narrate, poi è venuto il bisogno di staccarmi dal testo e restarne un semplice Narratore esterno a raccontare " Lei, com'era...".
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Ho molto amato Hermann Hesse e tutti i suoi meravigliosi romanzi (“Il lupo della steppa”, “Narciso e Boccadoro”, “Siddhartha”, “Demian”, “Il gioco delle perle di vetro”..etc.) e Italo Calvino, Buzzati, M.Yourcenar, E.Jong, Mazzantini, Gamberale... oggi. Scrittori che, attraverso un uso attento e partecipe della Parola, evocavano o rimandano ad Altro.
 
6. Ebook o cartaceo?
Ho imparato a leggere e a scrivere sulla carta. Questo libro è stato scritto interamente "a mano" poi ritrascritto al pc e letto ad alta voce più volte.
I miei canali d'accesso conoscitivi (PNL) sono visivi e uditivi per cui entrambi mi sono utili per comunicare. Se fosse possibile creare un libro "sensoriale" comprensivo di tutti i sensi, come si fa con i bambini per avvicinarli al simbolo, sarebbe magnifico...pensate al tatto, al gusto, all'olfatto...
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Ho scritto fin da ragazzina, quando componevo brevi Haiku senza sapere cosa fossero sui quaderni delle mie amiche o quando loro mi chiedevano di comporre una filastrocca o un rimario augurale, poi è venuta la Poesia, che mi ha accompagnata per anni e a cui ho dedicato numerose pubblicazioni anche in Antologie (Parole in nero, Legamenti, Versi d'amore, Quelle mani, quel volto…  Alicorno). Subito dopo ho scritto per il Teatro e la Regia (Ipotesi per un Teatro di Poesia, I Messaggeri dell'Inquietudine, Il viaggio...). Infine sono venute le Novelle, i Saggi, gli Articoli in Riviste Specializzate e solo recentemente sono tornata ai Romanzi (Lunae, Il Tempo che c'è). Ho ancora molti altri Progetti cui dedicarmi in futuro.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Inizialmente ho pensato che non ne sarei stata capace. Pensavo al Romanzo come a qualcosa di poderoso e irrealizzabile. Troppo complesso per me. Poi ho realizzato una Mappa mentale del mio Progetto, suddividendola in capitoli e ad ognuno facendo corrispondere un tempo preciso e una successione di eventi. Mi sono documentata, ho fatto interviste, letto libri d'epoca e riviste, cercando di possedere più fonti reali che fittizie. E poi mi sono ritirata a scriverlo su di un'isola nel Mediterraneo, con i miei affetti più cari vicino a me. È accaduto di tutto in quei mesi, ma siamo sopravvissuti e rientrati a casa.  Anche Ginger, la mia adorata cagnetta, ha trovato riposo in questa campagna quieta.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Non è il mio primo libro, ma ogni volta la pubblicazione è paragonabile ad un'altra nascita.
Come se si dovesse lanciare un sasso in un lago e stare a vedere i cerchi che si formano sull'acqua...
Un modo di sentirsi parte del Tutto.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Il mio primo lettore è stato colui che ne ha seguito le sorti fin dall'inizio e che mi ha incitata a scriverlo: il mio caro amico Mario Zonari, a cui vanno i miei più sentiti ringraziamenti. Poi altri amici cari...ma pochi.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che mi piacerebbe varcarla INSIEME.
 
 
 

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