1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivo perché le parole danno un senso alla mia vita. Una sottile e importante valutazione del mondo attraverso i miei occhi che a volte è difficile spiegarlo a parole.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Poco. Solo una piccolissima parte.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
In questo periodo storico mi ha aiutato tanto perché mi ha fatto riflettere ancor di più sulle piccole cose della vita quotidiana.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Assolutamente no, è inerente al momento personale, sociale storico in cui sto vivendo.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Mi porterei lo Zibaldone di Giacomo Leopardi. Lo trovo molto empatico con la natura circostante. Mi darebbe una mano (attraverso le sue parole) di innamorami dell'ipotetica isola deserta.
6. Ebook o cartaceo?
Il cartaceo perché mi affascina sfogliare ancora le pagine di un libro cercato in una biblioteca.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Per trovare quello che nella vita reale ancora non ho trovato.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
La quarantena mi ha acceso una lucina piccola piccola che nel tempo diventava sempre più grande, il libro è nato dopo piccole riflessioni e contrasti affrontati involontariamente nella vita di tutti i giorni.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È sempre una grande soddisfazione, una grande emozione indescrivibile anche se la mia è la decima pubblicazione.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Sono stato io.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È molto interessante soprattutto nella situazione importanti.