1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Nella vita ho sempre espresso le mie gioie e i miei dolori attraverso la scrittura, componendo indifferentemente canzoni (suonate con la chitarra) o poesie.
Ancora oggi quando rileggo i testi, mi appare immediatamente di fronte a me, l'emozione e lo stato d'animo che provavo in quel preciso momento della composizione.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Il libro è frutto della mia esperienza personale, attraverso la quale confido che possa essere per il lettore attento e riflessivo, motivo di intraprendenza per identificare e tracciare il suo percorso professionale.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest'opera ha significato prima di tutto, dimostrare a me stesso, che pur essendo stato poco apprezzato da studente in ambito letterario, sono riuscito in età adulta a scrivere un libro che solo alcuni anni fa pensavo impossibile la realizzazione.
Ma più di tutto credo e spero che possa essere un manuale di consultazione per trovare delle risposte a molti interrogativi, di chi una professione non l'ha ancora identificata oppure c'è la ma non è sufficientemente gratificato.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è uscito spontaneamente al risveglio improvviso in una notte insonne.
Ricordo che mi sono alzato dal letto e ho scritto questo titolo (Gli invisibili che contano) su un foglio di carta volante che avevo trovato casualmente sul tavolo del soggiorno.
Da quel momento il titolo non è stato più modificato.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Porterei con me due romanzi: “Le parole che non ti ho detto”
e “Una vita per un premio” perché : il primo libro di Nicholas Sparks, letto 20 anni fa mi aveva letteralmente emozionato.
Il secondo libro perché è molto riflessivo sulla vita, dove a volte, alcune persone si prefiggono degli obbiettivi troppo ambiziosi e per raggiungerli sacrificano gli hobby personale e gli affetti famigliari, per poi arrivare alla fine dei giorni, senza avere mai vinto nessun premio reale.
6. Ebook o cartaceo?
Sono un tradizionalista, riconosco nella carta un valore aggiunto che non ritrovo nel ebook.
Pensate che pur avendo un abbonamento online giornaliero con il Corriere della Sera, appena mi è consentito di leggere il giornale con più dedizione, mi reco in edicola per acquistare la versione cartacea.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Voglio essere sincero e onesto, questo libro è un appendice della mia vita professionale, dove l'imprenditore è e resta il mio principale lavoro.
Al momento non è mia intenzione perseverare nella professione di scrittore, salvo che tra qualche anno, non abbia nuove cose da dire, utili per i ragazzi/e (futuri uomini e donne di domani).
Credo molto nei giovani, ed è mia intenzione proseguire sulla linea di divulgazione di esperienze personali, utili per la crescita professionale dei nostri ragazzi.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Volevo mettere in forma cartacea un esperienza trentennale della mia vita lavorativa, prima da dipendente e poi da imprenditore a mio figlio Andrea oggi 17 enne, perché potesse un giorno, rileggere ciò che ho fatto e rimanesse su carta ciò che ho sempre detto.
Vedete dopo che ho perso mio padre ho cercato di far tesoro delle sue parole, alcune memorizzate, altre dimenticate.
A volte mi sforzo di ricordare alcuni concetti ancora oggi utilissimi, ma molte volte le frasi sono incomplete.
Mi sarebbe piaciuto oggi ritrovarmele scritte su un diario.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È una bellissima sensazione soprattutto per la mia provenienza scolastica in cui ero poco apprezzato dai miei insegnati di lingua italiana.
In tutti i gradi scolastici gli insegnanti mi hanno sempre rimproverato la mia superficialità e poca attenzione/precisione nella stesura dei testi.
Essere riuscito a scrivere un libro è per me motivo di orgoglio infinito.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Sono state due persone che in simultanea hanno letto il libro.
La mia compagna Carlotta, che ringrazio per avermi consigliato in alcuni punti del libro la modificazione del testo.
E il mio compagno universitario Markus che dall'alto della sua esperienza manageriale mi ha stimolato a pubblicare il libro e non renderlo solo di interesse privato a mio figlio Andrea.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È un’ottima frontiera soprattutto per chi come mio figlio dislessico, trovi nell'audio lettura un modo per facilitare la comprensione di testi impegnativi, e dispendiosi in termini di energia.
Ma soprattutto per chi è spesso in viaggio in auto, può tranquillamente leggere un libro sfruttando i tempi poco produttivi alla guida.