1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Scrivo piccole cose per chi è fermo, in attesa. Per chi sa che la speranza vuole fatto spazio per sedersi sul divano delle nostre serate solitarie e sorridere insieme. Per chi sa che la ruota gira, non solo le palle. Qualcuno mi vuol bene e mi racconta la sua storia. Io ricambio l'affetto e tesso piccole novelle che raccontano le sofferenze di chi mi vuol bene. Nessuna ambizione, nessun orgoglio. Solo per bruciare le vecchie storie malate. Ma non mi reputo uno scrittore.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Da sempre amo alzarmi prima dell'alba. E' il momento migliore per un caffè, una sigaretta e per buttare giù un paio di pagine. Poi rileggo quelle scritte nei tre, quattro giorni precedenti. Limo e correggo...
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Alessandro Barrico, Niccolò Ammaniti, Andrea Camilleri, Giorgio Faletti, Valerio Massimo Manfredi, etc. Quindi sono più di uno.
4. Perché è nata la sua opera?
Per la congiunzione di diversi elementi: un cassetto pieno di piccole novelle, un Editore ( Vito Pacelli ) che ha messo su un organizzazione perfetta e lo sprone della donna che mi sorregge: Valentina.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Quando si vive una realtà amara, dura ma ricca di spunti di riflessione non si riesce a separare la voglia di comunicare per chi, da sempre, legge almeno una ventina di pagine al giorno da, almeno, mezzo secolo.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Confesso che non ho ancora raggiunto il limite della conoscenza della realtà che separa quello della fantasia. Li confondo spesso ma il cassetto della memoria lo tengo sempre aperto.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Molto. Poco. E chi può dirlo? Chiunque abbia incontrato ha lasciato in me una parte di se. E le pagine sono foto dei loro stati d'animo.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Si, certamente. Ma come citarne qualcuno e ometterne qualcun altro? Tutte le persone che ho incontrato con il loro carico di umanità, dubbi e certezze mi ha spinto a scriverne e fotografarne i limiti.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ai miei amici e conoscenti sui Social. Da loro ho apprezzato critiche e incoraggiamenti.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Si e non solo. Il mondo cambia repentinamente e così la tecnologia. Ma c'è una cosa immutata da secoli: l'odore ed il fruscio della carta stampata.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Tutto il bene possibile.