1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Melazzo, un paese in provincia di Alessandria. In questo paese ho passato i miei primi 5 anni. Poi ci siamo trasferiti ad Acqui Terme (AL) dove ho studiato, lavorato, sposato. Ora, mi godo la pensione dedicandomi a mie hobby che non ho mai smesso di trascurare: la musica, la letteratura e la pittura.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Moby Dick di Herman Melville.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Io sono per il cartaceo. Le cose che amo mi piace vederle, toccarle, annusarle.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura, conoscendo le mie potenzialità, non è mai stata nei miei desideri, ma solo nei sogni. Non lo ero e non lo sono nemmeno ora uno vero scrittore. Quello che mi ha spinto a scrivere è stata la fantasia. Siccome non ho trovato chi fosse in grado di scrivere le mie fantasie, sono stato obbligato a scrivermele da solo. Sicuro di non peccare di presunzione, affermo che la mia fantasia non ha limiti, ce l'ho in tutto quello che faccio: pittura, musica, storie.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Come ho già avuto modo di spiegare, è merito della mia fantasia. Ero stufo di tenere tutto celato nel cervello come in una cassaforte. Avevo bisogno di sfogarmi e, soprattutto, sfidare me stesso, dimostrandomi che potevo anche scrivere.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
La trama del mio romanzo non è per nulla d'insegnamento. La violenza non va né imitata né insegnata. È la storia di un serial killer e l'ho scritta specificamente per chi ama questo genere.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Da giovane avevo solo in mente la batteria e, grazie ad essa, il divertimento e il sesso. Ho iniziato a pensare alla scrittura solo dopo il matrimonio. Molto dopo, per il semplice fatto che, come ho spiegato prima, non ero in grado di scrivere quello che mi suggeriva la fantasia.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
È tutto inventato di sana pianta. Non c'è nulla che mi ricordi momenti, sensazioni o aneddoti della mia vita.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
L'ho pensato dalla prima parola. Giunto finalmente alla fine, lo rileggevo e lo correggevo, lo rileggevo e correggevo. Era talmente inciso nella mente che non vedevo gli errori. Sono sicuro che se dovessi rileggerlo ora, troverei nuovamente tante cose da cambiare e da correggere.
10. Il suo autore del passato preferito?
Fëdor Michajlovič Dostoevskij. Mi piace per la sua semplicità di scrittura e per la sua drammatica vita che inseriva in tutti i suoi libri.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non ho mai avuto occasione di sentirlo né documentarmi, per cui, non posso esprimere il mio giudizio a riguardo.