1) Parliamo un po’ di Lei, dov’è nata e cresciuta?
Sono nata a Sedico, un paese in provincia di Belluno. Ho trascorso l’infanzia e l’adolescenza a Padova, città ben conosciuta per la sua università, ma le vacanze estive le passavo sempre nel paese che mi ha vista aprire gli occhi in questo mondo. Lì giocavo a nascondino con le amiche; lì facevo lunghe passeggiate e rubavo qualche pannocchia nei campi di granturco; lì andavo nei boschi a cercare funghi e, a tratti, mi fermavo, intimorita da quel silenzio particolare che rende la natura ancora più affascinante. Quel mondo era abitato da gente semplice, cordiale, generosa, anche se povera e con loro rimaneva il mio cuore. Appena ci fu l’occasione di farlo, spinsi mamma e papà a lasciare per sempre Padova e ad abitare là dove meravigliose montagne circondavano il paese.
Intanto i miei studi continuavano a Venezia, con molta fatica perché dovevo prendere il treno alle 6 di mattina, non potendo rimanere in città, ma ero contenta perché volevo laurearmi e insegnare. Incominciai ad avere delle supplenze nei diversi paesi del bellunese, anche difficili da raggiungere, fino a che, dopo la laurea, arrivai ad avere la scuola poco lontana da casa. Dimenticavo di dirvi che, finita l’università, mi sposai, andai ad abitare a Belluno ed ebbi una bella bambina. Dopo qualche anno lasciai l’insegnamento per il quale tante fatiche avevo fatto, per un amore più grande: la famiglia. Gianni e Lisa mi volevano tutta per loro e io non seppi dire di no. Poco dopo, mio marito accettò un’offerta di lavoro a Treviso e ci trasferimmo in quella graziosa città, dove vivo tutt’ora. Qui incominciarono i guai perché Gianni aveva a cuore gli interessi dei lavoratori delle aziende nelle quali lavorava e “combatteva” per loro, attirando le ire dei proprietari. Fu proprio in questo periodo difficile, senza certezze, che io sentii il bisogno di scrivere. Le poesie furono i miei primi scritti, quelli a cui affidai tutte le mie pene. In seguito, in momenti più sereni, mi dedicai ai racconti per bambini perché ho sempre amato le favole.
2) Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Consiglierei “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry.
3) Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’eBook?
L’eBook è utile, come molti servizi che ci dona internet, ma non sostituirà mai il libro cartaceo; sono due mondi diversi. Il libro cartaceo non è solo ciò che si legge, ma un insieme di ricordi, di sensazioni, di emozioni, tanto che, a volte, ce lo teniamo vicino e lo guardiamo come se lo accarezzassimo.
4) La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Direi un colpo di fulmine perché c’è un momento di dolore o di gioia in cui sentiamo il bisogno di affidare ad uno scritto ciò che il nostro cuore non riesce più a contenere.
5) Che cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La speranza che i bambini capiscano che “amore” e “amicizia” sono legami importantissimi che portano ad essere felici. In questi racconti troverete diverse manifestazioni di questi sentimenti. L’idea di scrivere alcune storie m’è venuta da fatti realmente accaduti che coinvolgono, a volte, uomini e animali insieme. Il tocco di “favola” c’è sempre, ma io mi riconosco in molti di questi racconti e, a distanza di molti anni, quando li leggo provo ancora le stesse sensazioni che descrivo.
6) Quale messaggio vuole inviare al lettore?
L’amore è l’unica carta magica che abbiamo nella nostra vita terrena. Chi non lo capisce, getta via l’unica possibilità di non vivere invano.
7) La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza piano piano nel corso della sua vita?
Scrivere m’è sempre piaciuto, ma ad un certo punto del mio cammino, ho sentito il bisogno di tradurre in parole ciò che avevo nell’animo e mi faceva male. Solo un foglio di carta bianco poteva ricevere le mie confidenze, i miei ricordi, il rimpianto per una vita che mi aveva dato molto, ma era diventata difficile; nacquero così le mie poesie. I racconti per bambini vennero più tardi: un mezzo per far correre lontano la fantasia ed entrare in un mondo più semplice che potesse esprimere con chiarezza i valori che dobbiamo tenere presenti.
8) C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Sì, più di un episodio, ma quello che ricordo con affetto è: “ Una piccola peste”. E’ il ritratto di mia figlia quand’era molto piccola e poi in prima elementare. Avevo scritto qualche pagina per me, per non dimenticare, per ricordare i momenti allegri e gioiosi dell’essere mamma, all’inizio di quella sorprendente trasformazione che da giovane “egoista” ti fa diventare capace di comprendere tutto e di amare veramente.
9) Hai mai pensato di non portarlo a termine?
No, è un insieme di episodi, potevo smettere di crearne quando volevo.
10) Il suo autore del passato preferito?
Antoine de Saint-Exupéry, autore de “Il Piccolo Principe”. Ricordo con piacere altri autori francesi, ma questo è particolare perché attraverso un racconto irreale, riesce a farci capire la realtà e l’essenza della vita: “Quanto possediamo di più bello, non sono le cose materiali, ma i rapporti d’amicizia con alcune persone”.
11) Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Indubbiamente utile; sarà una gioia per molte persone, ma il libro cartaceo è diverso, unico: non soltanto un modo per leggere, ma un oggetto che basta guardare per far ritornare alla mente sensazioni, emozioni, ricordi.