1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Ghilarza (OR), ma per intraprendere gli studi di Architettura prima e per svolgere le funzioni di Storico dell'arte nel Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nonché la mia libera attività di pittore, poeta e scrittore, fin dal 1971 mi sono trasferito permanentemente Roma, laddove vivi ed opero tuttora.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
"Il piccolo principe" di Antoine de Saint Exupéry.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Ritengo che si tratti di una moda che cavalca il boom informatico globale e, pertanto, prima o poi si ritornerà al formato cartaceo stampato.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
L'uno e l'altro coesistono e si alimentano contestualmente.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
È un dono d'amore alla mia divina Clara, così come la reinvenzione di un sentimento che, oltre i settant'anni, per lo più si smarrisce o si logora, invece per me è stata la fioritura di una seconda giovinezza, transitando da un impatto virtuale, attraverso i social, ad una radicalizzazione felice ed umana.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
L'amore è un sentimento veramente grande, al pari di altri ineluttabili valori, perciò bisogna sempre donarsi l'uno all'altro, per arrivare alla fusione di due cuori in una sola palpitante anima, senza alcuna remora né reticenza.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Era un sogno ad occhi aperti fin dalla culla, ciò dai tempi delle prime favole, di cui ho preso man mano coscienza. Confido di non essere considerato un mitomane, né un visionario delirante, ma mi considero un predestinato, o la forse la reincarnazione di qualche personaggio d'altri tempi.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Quando la mia amata a sua volta mi dichiarava il suo amore, non avendo più parole per controbattere alle mie, faceva copia e incolla dei versi di grandi poeti, facendoli propri. Di ciò, in principio, mi dolevo moltissimo, considerandola una presa in giro, talvolta vestendo poeticamente i panni femminili anziché maschili, infine ci presi gusto e divertimento.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Questo no, mai, avendo già pubblicato prima altri due libri di poesie d'amore, e non soltanto, sapendo che, quando mi ci metto d'impegno, mantengo sempre l'obiettivo, peraltro scrivendo i miei versi in parallelo con un similare romanzo, "L'amore in chat", al quale sto ancora lavorando.
10. Il suo autore del passato preferito?
Certamente Pablo Neruda, che ai tempi del Nobel onestamente devo confessare che non conoscevo, ma poi qualche mio benevolo recensore mi fece notare che rivedeva in me la sua potenza creativa immaginifica, di pittore e poeta insieme. Allora cominciai a leggerlo ed a scoprirlo, entusiasmandomi per i molteplici tratti ispiratori che ci accomunavano. Anche Rabindranath Tagore, anche grande poeta, oltreché romanziere, è tra i miei principali preferiti per la sua ricerca dell'armonia e della bellezza, nonché per il culto della donna. Io riecheggiò spesso l'uno e l'altro autore, pur senza intenzionalmente volerlo, anche se mi adagio di più su un post romanticismo onirico, sospinto dal vento del sogno.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È un'opportunità formidabile per la conoscenza, l'apprezzamento e la diffusione dell'opera di un autore.