1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è oramai ciò che si dice consuetudine.
Una maggiore affinità con la mia serenità.
Il sentimento più mediale e difficilmente raggiungibile dai molti.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Diciamo che c'è una buona commistione di vita e di poetica.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
È stato mettere a confronto i profondi paradigmi delle sofferenze d'amore e della lontananza da casa.
Riuscendo a trattare l'amore per quello che è:
Un ciclo finito di cui noi, dal centro, non riusciamo a vedere la fine fin quando siamo appannati dal fumo dell'inconsistenza.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo del libro come dei capitoli son venuti da sé.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Direi che porterei sempre con me un po' della beat americana.
E una Divina Commedia non guasta mai.
6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Dall'età di 7 anni o poco prima. Perché senza mi ritrovavo come chiuso in un ciclo di lavatrice a vari programmi ma, infine, sempre quelli.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Nasce molto tempo fa. Aneddoti? Bè ricordo di averlo scritto per maggior parte nella confusione di una caffetteria di Kilburn a Londra.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Sempre una soddisfazione. Vedere i tuoi pensieri scritti per l'eternità sono l'unica ragione di questa vita.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Credo a spezzettoni qualche amico.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Molto accattivante. Sentirsi trasportati da un racconto come essere coccolati dalla voce di una babysitter che legge una favola ad un bimbo.